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Juventus, chi è Kolo Muani: sicuri che abbia più sangue freddo di Vlahovic? Il precedente che spaventa i tifosi

Manca solo l'intesa con il Paris Saint-Germain. I tifosi bianconeri si interrogano: è davvero migliore del serbo? Pesa l'errore ai Mondiali

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Carmine Roca

Carmine Roca

Giornalista

Giornalista pubblicista, appassionato di calcio in tutte le sue sfaccettature, con una particolare predilezione per i campionati minori.

Kolo Muani ha detto sì alla Juventus, che ora deve trattare col Paris Saint-Germain per il trasferimento dell’attaccante, diventato il principale obiettivo per il reparto avanzato, più dell’ex bolognese Zirkzee o del costoso Jonathan David del Lille, che però si libererà a zero in estate.

Una scelta, quella di puntare sull’ex Francoforte, che sta incontrando pareri discordanti nel popolo juventino, tra gasati e favorevoli all’arrivo di Muani e dubbiosi, circa le qualità sottoporta dell’attaccante: tutta colpa di quel gol sbagliato al Mondiale del 2022.

Kolo Muani alla Juventus, c’è il sì dell’attaccante

Kolo Muani è diretto verso la Juventus. Ha raggiunto l’intesa con i bianconeri, che ora dovranno interloquire con il Paris Saint-Germain per trovare la quadra per il trasferimento del 26enne attaccante francese, arrivato a Parigi nell’estate del 2023 dopo una stagione importante all’Eintracht Francoforte (16 gol in 34 presenze).

I rapporti con Luis Enrique, però, si sono subito deteriorati. Il calciatore è finito sul mercato e la Juventus lo ha subito individuato come uno degli obiettivi per l’attacco, rimasto orfano del lungodegente Milik e tutto sulle spalle di Vlahovic.

Chi è Kolo Muani, l’attaccante vicino alla Juventus?

Nato a Bondy, nel 1998, dotato di un’ottima struttura fisica (187 centimetri di altezza), ancora minorenne Kolo Muani fu scartato da Vicenza e Cremonese. Nel 2015 entra nel settore giovanile del Nantes, con cui debutta in prima squadra il 30 novembre 2018. Quindi il prestito al Boulogne e il ritorno da titolare al Nantes: 9 gol in 37 presenze il primo anno, 12 gol in 36 presenze l’anno dopo con un Mondiale da protagonista (anche sfortunato) che gli valgono il trasferimento in Bundesliga, all’Eintracht Francoforte.

In Qatar, Kolo Muani sfrutta lo stop di Benzema e diventa, assieme a Giroud, il punto di riferimento in attacco di Didier Deschamps. Il gol al Marocco fa lievitare il costo del suo cartellino, che diventa fuori portata per il Milan (i rossoneri avrebbero potuto prenderlo a parametro zero, ma si ritrovarono coinvolti in un’asta con Atletico Madrid, Tottenham e appunto l’Eintracht).

Firma un quinquennale, ma gli basta un solo anno per spiccare il volo verso Parigi per 75 milioni di euro più 15 milioni di euro di bonus. Con Luis Enrique, però, i rapporti non sono idilliaci, qualcosa si rompe e finisce sul mercato. Ora c’è la Juventus: prestito di 6 mesi come base di partenza, poi a giugno si vedrà.

Kolo Muani e l’ombra del gol sbagliato contro l’Argentina

Ma l’arrivo di Kolo Muani non sta galvanizzando l’intera tifoseria bianconera. Qualcuno esulta, qualcun altro mostra un moderato coinvolgimento emotivo, ma c’è anche una fetta di sostenitori bianconeri che non sembra proprio convinta della scelta di Giuntoli e Thiago Motta.

Il francese è davvero un bomber? E’ sicuro che abbia più sangue freddo di Vlahovic, a cui viene imputata la poca fame sotto porta? Tutta colpa di quel gol sbagliato in finale, ai Mondiali in Qatar, sul 3-3 contro l’Argentina, a una manciata di secondi dai calci di rigore che poi regalarono la Coppa all’Albiceleste di Lionel Messi.

Il suo tiro a botta sicura sventato da Dibu Martinez (che, va detto, si superò con una parata mostruosa, respingendo il pallone con il piede sinistro in posizione plastica) non consentì alla Francia di bissare la vittoria ai Mondiali di Russia 2018 e tenne in vita l’Argentina fino alla drammatica lotteria dei rigori.

A nulla valse la trasformazione dal dischetto, quel gol sbagliato perseguiterà a lungo Kolo Muani, che in un’intervista rilasciata poco tempo dopo ammetterà di aver avuto gli incubi per diverse notti: “Lo guardo ancora, lo conosco a memoria”, disse riferendosi a quel tiro che avrebbe potuto regalare alla Francia il terzo titolo mondiale e a lui stesso una carriera ancora più importante.

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