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La regola del fuorigioco: tutto quello che c’è da sapere sull’offside

L'offside rappresenta un’insidia per chi si avvicina al mondo del calcio ma è anche uno dei tratti distintivi: usato come tattica difensiva può essere una grande arma a disposizione

Pubblicato:

Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

La regola del fuorigioco: tutto quello che c’è da sapere sull’offside Fonte: Getty

Se non sei appassionato di calcio o sei soltanto alle prime armi con questo sport: una delle regole più insidiose da padroneggiare e da capire è senza dubbio quella del fuorigioco. Il fuorigioco rappresenta la “croce” di qualsiasi attaccante ed allo stesso tempo una grande arma a disposizione della difesa, un’arma però che in alcune circostanze si può rivelare a doppio taglio.

La definizione di fuorigioco

Nel gioco del calcio il fuorigioco è la posizione nella quale si può trovare uno dei calciatori presenti sul rettangolo di gioco. Quando si verifica, il fuorigioco non rappresenta un’infrazione di per sé in quanto il calciatore che si trova in questa posizione potrebbe non prendere pare al gioco. Se lo fa il gioco si interrompe e viene fischiato un calcio di punizione indiretto a favore della squadra che si trova in difesa.

Fonte: getty images

Bandierina alzata: il guardalinee indica il fuorigioco

La prima bozza di regolamento del calcio

Si potrebbe pensare che il fuorigioco sia una regola inserita solo in un secondo momento all’interno del grande “libro” del calcio, ma in realtà la prima definizione di fuorigioco risale al 1859 ed è riportata nelle Sheffield Rules, una prima bozza di regolamento del gioco del calcio ideato da Nathaniel Creswick e da William Prest che serviva come bozza normativa per le partite che si giocavano in Inghilterra, nella regione di Sheffield e delle Midlands.

L’offside, come viene chiamato in inglese, è stato poi acquisito dal regolamento ufficiale del calcio dell’Ifab l’8 dicembre del 1963. Nei primi testi in cui è presente la regola del fuorigioco si prevedeva che tra il giocatore che riceveva il passaggio e la porta vi fossero quattro giocatori avversari. Nel 1866 si passò poi a tre giocatori e dal 1907 si iniziò a sanzionare la posizione soltanto se il giocatore in attacco si trovava nella metà campo avversaria. Dobbiamo arrivare al 1924 quando venne introdotto il fuorigioco passivo.

Due anni nel 1926 dopo arriva la modifica più importante con la quale si passa da 3 a 2 giocatori; una variazione nata con la necessità di aumentare la spettacolarità del gioco e che riuscì subito nel suo intento visto che dal momento della sua attuazione il numero di reti realizzate aumentò in maniera significativa.

Come funziona ora il fuorigioco

Nel gioco del calcio, un giocatore è in fuorigioco nel momento in cui qualsiasi parte del suo corpo con cui può segnare un gol (quindi ad eccezione di braccia e mani) si trova nella metà campo avversaria ed è più vicina alla linea di porta avversaria sia rispetto al pallone sia rispetto al penultimo giocatore difendente avversario.

L’uso della parola difendente è stato scelto perché non è sempre detto che il portiere sia l’ultimo giocatore difendente, in alcune situazioni il portiere si può trovare in una zona di campo anche più avanzata rispetto ai suoi compagni in difesa. Non è invece fuorigioco se un calciatore si trova in linea con il penultimo avversario.

Nella regola del fuorigioco è espressamente citato che si determina la posizione nella metà campo avversaria quando un calciatore ha superato completamente la linea mediana del campo; se con una parte del corpo infatti si trova esattamente sopra la linea il calciatore è considerato ancora nella sua metà campo.

Una precisazione utile visto che nel regolamento si stabilisce che tutte le linee di segnature sono parte dell’area che esse delimitano e dunque la linea di centrocampo appartiene ad entrambe le metà campo di gioco.

La regola generale del fuorigioco

Un calciatore che si trova in posizione di fuorigioco commette anche l’infrazione solo dopo che un suo compagno ha toccato il pallone e lui viene coinvolto nel gioco: traendo vantaggio dalla propria posizione ma anche interferendo con l’azione di un avversario ostruendo la sua linea di visione per impedirgli di giocare il pallone, contendendogli il pallone, tentando di giocare il pallone e finendo così per influire sul comportamento dell’avversario, facendo un’azione evidente che impedisca o modifiche la capacità dell’avversario di giocare il pallone.

Fonte:

Al di qua o al di là della linea dell’ultimo difensore? Moltissimi fuorigioco vengono fischiati per questione di centimetri

I casi particolari del fuorigioco

Per stabilire l’infrazione alla regola del fuorigioco non si tiene conto soltanto della posizione di un giocatore ma della sua posizione nel momento in cui un calciatore passa la palla verso un giocatore che si trova in fuorigioco. La posizione di un giocatore (e la sua regolarità o meno) cambia quindi in relazione al momento in cui viene effettuato un passaggio. Se al momento del passaggio un giocatore è in posizione regolare, potrà ricevere il passaggio anche del nel frattempo la sua posizione diventa in fuorigioco.

Se un calciatore si trova in posizione di fuorigioco subisce un fallo o una scorrettezza prima che la sua posizioni diventi da “sanzionare”, l’arbitro deve fischiare l’infrazione avvenuta ai suoi danni, anche se subito dopo il giocatore omette l’infrazione di fuorigioco. Se invece un giocatore subisce un fallo dopo aver commesso l’infrazione di fuorigioco, allora quest’ultima avrà la precedenza andando ad annullare tutto quanto successo in un secondo momento. Il regolamento fa riferimento ad altri casi particolari.

Se un calciatore passa la palla al compagno che si trova in posizione di fuorigioco ma il pallone viene deviato da un giocatore avversario, si verifica un’infrazione di fuorigioco soltanto se la deviazione è involontaria, altrimenti se il tentativo di giocare il pallone è volontario, se il calciatore in fuorigioco tocca il pallone non viene sanzionato in quanto non ne ha tratto un vantaggio diretto. Nel caso in cui però la giocata del giocatore che difende sia fatta per sventare un gol, allora la posizione del giocatore in fuorigioco viene comunque considerata come un’infrazione.

Le eccezioni del regolamento al fuorigioco

Quando si parla di regola del fuorigioco si fa sempre riferimento al passaggio di un compagno di squadra, che rende sanzionabile la posizione di fuorigioco di un giocatore. Ci sono però all’interno del regolamento tre eccezioni: un calciatore, anche se in posizione di fuorigioco, non commette infrazione se riceva direttamente la palla da un compagno di squadra da una rimessa dalla linea laterale, da un calcio di rinvio e da calcio d’angolo.

I comportamenti di attacco e difesa

Esistono anche una serie di cavilli che regolano il comportamento dei giocatori in caso di attacco e difesa. Ad esempio se un giocatore difendente esce dal terreno di gioco in maniera volontaria per mettere in fuorigioco un avversario, dopo aver concesso il vantaggio, il direttore di gara lo dovrà ammonire per aver abbandonato il campo senza il suo permesso.

Se l’uscita dal terreno di gioco è invece considerata come involontaria, il giocatore che è in difesa viene considerato dall’arbitro come se fosse posizionato sulla propria linea di porta su una linea serale nel punto a lui più vicino. Al giocatore che attacca è invece consentito uscire dal terreno di gioco in maniera intenzionale e non prendere parte dunque all’azione.

Ma per rientrare sul terreno di gioco dovrà ricevere l’autorizzazione dall’arbitro. Se un calciatore segna una rete nel momento in cui un compagno si trova all’interno della porta avversaria, la rete sarà convalidata nel caso in cui il giocatore all’interno della porta rimanga immobile e non ostacoli gli avversari né a parole né con dei gesti.

Offside: ultime modifiche e uso del Var

La regola del fuorigioco, la sua applicazione e la rilevazione delle posizioni di fuorigioco sono spesso stato oggetto di polemiche. Ad oggi rimane ancora molto dibattuta la posizione di fuorigioco attivo e passivo, e ancora di fuorigioco geografico: cavilli regolamentari che rendono decisamente più complicato il lavoro dell’arbitro e dei suoi assistenti deputati proprio all’individuazione delle posizioni di fuorigioco.

Nel corso degli ultimi anni una grossa mano agli arbitri è arrivata dall’introduzione del Var (Video Assistant Referee), un supporto tecnologico che aiuti i fischietti a dipanare situazioni particolarmente complicati. In occasione dei Mondiali in Qatar nel 2022 ha fatto la sua apparizione anche il fuorigioco semiautomatico, che consente di risolvere situazioni di fuorigioco dubbie grazie all’aiuto di un’animazione tridimensionale generata in automatico nel corso della partita.

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