Si è seduto sulla sponda del fiume ed ha atteso il corpo del nemico. Daniele Adani alla distanza ha vinto quel confronto-scontro con Allegri, che aveva caratterizzato il dibattito mediatico nella scorsa stagione. Aveva fatto rumore – e aveva lasciato parecchi strascichi – quel botta e risposta in tv con l’allora tecnico della Juventus con tanto di dibattito tra addetti ai lavori, divisi sulla posizione da assumere. Ora che Allegri è andato via e che la Juve ha scelto un tecnico con tutt’altre caratteristiche, ovvero Sarri, ecco che Adani puà gonfiare il petto.
LA RIVINCITA – A Repubblica Adani parla di strada inevitabile per la Juve. Perchè vincere non basta più. L’ex difensore pensa che i bianconeri abbiano perso tempo finora e che potevano anche deliberare prima questa svolta: “Esistono molti modi di vincere e di perdere. Non sempre una vittoria equivale a un successo, o la sconfitta a un fallimento. Un’ idea di gioco dà coraggio. Idea e coraggio si dividono i compiti. Non ci si può permettere di vincere 1-0 e dare merito al cinismo. Dov’è l’emozione in una vittoria cinica? Il calcio è gioia. La gioia è far gol, non buttare la palla fuori. Allegri con me perse la gestione della conversazione dimenticando che non parlava con me, ma con il pubblico attraverso me”.
LE REAZIONI – Sono in pochi sui social però ad appoggiare questa linea (“Ci vorrebbero più Adani e meno Allegri. Grazie ancora a Pavel e Fabio”), la maggioranza prende le distanze: “Io avrei chiamato Adani ad allenare la Juve. Giusto per vedere se son chiacchiere e distintivo o ci sa fare come Rocco” o anche: “Dovrebbe dimostrare meno spocchia. A parlare sono bravi tutti. A saper fare…un po meno” oppure: “Dicendo questo ha esternato la sua non obiettività. Sarà stato un conservatore che ha vinto 5 scudetti 4 coppe Italia 2 finali di Champions + le supercoppe italiane se così W i conservatori” e infine: “Sembra sbarcato da Marte…Prova a dire ad Agnelli se vorrebbe vincere la coppa dei campioni giocando male”.