Lazio-Torino come Juventus-Napoli. All’Olimpico non si gioca, proprio come era accaduto qualche mese fa all’Allianz Stadium. In campo una sola squadra, quella di Inzaghi. Mentre il Toro non è nemmeno partito per Roma, bloccato dall’Asl locale che ne ha prolungato la quarantena fino a mezzanotte.
I biancocelesti hanno regolarmente comunicato la propria formazione ufficiale, piena zeppa di seconde linee, da Andreas Pereira a Muriqi. Ma di normale, fino al calcio d’inizio, c’è stato poco altro. Le solite fasi di riscaldamento, i soliti rituali prepartita da parte di Immobile e compagni, non ci sono stati. In campo anche il direttore di gara, Marco Piccinini di Forlì, assieme ai suoi assistenti. Ma del Torino, naturalmente, nessuna traccia.
Alcuni giocatori della Lazio se ne sono tornati negli spogliatoi ben prima delle 19.15, l’orario massimo previsto dal regolamento prima di ufficializzare la mancata disputa della partita. Altri sono poi rientrati in campo, aspettando l’inevitabile. E proprio dopo 45 minuti, l’arbitro romagnolo ha formalmente comunicato ai calciatori il “rompete le righe”. Decretando così l’annullamento, oppure il rinvio, della gara dell’Olimpico.
Già: annullamento o rinvio. Perché ora si apre una seconda fase, nella quale si dovranno capire i prossimi scenari. L’articolo 10 comma 4 del Codice di Giustizia Sportiva stabilisce che “la violazione delle norme federali che stabiliscono l’obbligo per le squadre di presentarsi in campo nei termini previsti, comporta la sanzione di cui al comma 1 e la ulteriore penalizzazione di un punto in classifica”. Ma quanto accaduto in Juventus-Napoli rappresenta chiaramente un precedente.
Possibile che nei prossimi giorni il Giudice Sportivo stabilisca la sconfitta a tavolino e la penalizzazione di un punto per il Torino, proprio come accaduto con il Napoli a ottobre. In quel caso sarebbe certo il ricorso da parte del club granata, bloccato ormai da giorni dalla Asl e già costretto a rinunciare alla disputa della sfida originariamente in programma venerdì scorso contro il Sassuolo.
Nel caso la partita dovesse invece essere spostata subito in un’altra data, un’ipotesi al vaglio c’è già: quella che vedrebbe le due squadre scendere in campo mercoledì 7 aprile. Quel giorno è in realtà in programma l’andata dei quarti di finale di Champions League, competizione che la formazione di Simone Inzaghi sta però per abbandonare dopo aver perso per 4-1 in casa contro il Bayern l’andata degli ottavi.