Quasi 17 anni dopo l’addio al calcio giocato e otto anni dopo aver sbattuto la porta in Federazione con le dimissioni dall’incarico di presidente del Settore Tecnico, non sembra più esserci posto per Roberto Baggio nel calcio italiano.
Non che l’ex ‘Divin Codino’ faccia molto per cercarlo, avendo mantenuto anche da ex giocatore quel carattere schivo che lo ha caratterizzato in campo.
Così l’intervista concessa a ‘Il Venerdì’, magazine de ‘La Repubblica’, è una delle poche uscite pubbliche del Pallone d’Oro 1994.
Tra i temi affrontati e riportati nell’anticipazione online, il momento del calcio mondiale nell’era del Coronavirus: “Il calcio così è tristissimo. Al di là della qualità, dell’importanza e dell’interesse delle partite, senza tifosi è veramente triste”.
C’è spazio anche per un rimpianto… regolamentare: “Credo che non solo io, ma tutti quelli che hanno fatto parte della mia epoca sarebbero felici di giocare oggi in un calcio dove gli attaccanti sono protetti dalle nuove regole. Avere i 9,15 metri per le punizioni sarebbe piaciuto anche ai miei tempi”.