Gira un video in cui si vedono Luna Rossa e New Zealand viaggiare affiancati. Max Sirena però ci va cauto. Queste le parole dello Skipper italiano a La Gazzetta dello Sport:
La barca italiana appare più veloce di quella neozelandese. E’ vero Max Sirena?
“Mi hanno fatto vedere quel video, ma credo che la posizione da cui è stato preso ingannasse. Magari fossimo più veloci dei neozelandesi! Diciamo così, se ci sono condizioni di vento medio leggero noi ci sentiamo molto veloci. Anche se la storia è buffa. Ci sarebbe da scrivere un romanzo: ci siamo allenati molto spesso a non più di 150 metri l’uno dall’altro, con le boe messe parallele, per simulare le partenze, ma non ci siamo mai-mai-mai allineati. Perché nessuno dei due vuole fare sapere nulla all’altro. E’ la prima volta che faccio fatica a dare un giudizio sulla velocità delle barche. Anche perché la forma degli scafi inganna un sacco. Vedo comunque commenti Kiwi in cui si sentono sicuri di avere vinto 7-0. Meglio per loro”.
I commentatori esterni, invece, negli ultimi 10 giorni non danno più pronostici. Che vuole dire?
“Mah, forse è vero che è successo. Quello che è certo è che i Kiwi restano i favoriti”.
La partenza può essere un fattore determinate.
“Sicuramente sì. Se parti avanti e riesci a fare rimbalzare l’avversario nella parte con meno vento, è un grosso vantaggio. Tanto è vero che in queste ultime due settimane, la maggior parte del lavoro che si è fatto è stata nelle partenze… E se vogliamo metterla così, mi sento più competitivo rispetto a due settimane fa. Questo senza togliere nulla alla loro barca, che va certamente veloce”.
Ma Sirena cambierebbe la sua barca con quella dei neozelandesi?
“No. Non la cambierei, magari prenderei alcuni accorgimenti che hanno usato loro. Farei un mix, ma non prenderei la loro in toto. E non lo dico difendere il lavoro fatto dal team. Credo nella mia squadra: abbiamo fatto un lavoro molto studiato nei dettagli. Loro sono stati bravi a fare una barca molto diversa dalla prima (sono stati obbligati?)”.
Ma è vero che nella prima campagna i primi giorni lei spazzava il piazzale a Punta Ala?
“Era a Livorno, ma non l’ho fatto solo un giorno. Molti giorni. Ho verniciato i container, andavo a comprare la roba per riempire i panini, andavo in ferramenta a comprare i bulloni, lavavo i gommoni… Io volevo farlo questo mestiere. Volevo entrare in questo mondo. A tutti i costi. Era il sogno della mia vita”.