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Martinenghi, l'oro dell'Italia e il ritorno prepotente della coppettazione. Che cos'è la cupping therapy

Il ricordo all'antica tecnica di medicina alternativa è ancora diffuso tra nuotatori e nuotatrici: un esempio a Parigi 2024 è proprio quello dell'azzurro

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Sulla schiena di Nicolò Tete Martinenghi c’è il segno della fatica, degli allenamenti e a intervalli regolari quei lividi violacei che quasi non destano più stupore alle Olimpiadi parigine, da quel tempo ormai neanche così remoto in cui si incominciava a prendere confidenza con l’antica pratica della coppettazione.

Quella cupping therapy che fece di Gregorio Paltrinieri uno dei testimoni vibranti di quanto potesse giovare una simile tecnica a chi, come i nuotatori, necessitava dei benefici che ne scaturiscono. Sia a livello fisico, sia a livello psichico.

Tete Martinenghi, oro nei 100 rana e i lividi sulla schiena

Di Tete Martinenghi, oro olimpico nei 100 rana, abbiamo imparato a comprendere la sua scaramanzia nel canatre l’Inno, il suo candore nell’ammettere l’apprezzamento per la Divina Commedia di Dante Alighieri, i suoi endecasillabi e le terzine che hanno accompagnato l’adolescenza di ciascuno. Un campione, un giovane uomo di neanche 25 anni che si stupisce, esplicitando come essere i migliori non sempre paga quanto diventare i più attenti, concentrati.

Anche nell’immagine simbolo in cui viene immortalato il bacio alla sua fidanzata, Adelaide Radice, la sua schiena con i tipici segni causati dall’uso della coppettazione è una testimonianza del ricorso dei nuotatori all’antica tecnica di medicina alternativa che anche quella tradizionale ammette o almeno non esclude nella preparazione di nuotatori e nuotatrici.

Fonte: ANSA

I segni sulla schiena del campione olimpico

Che cos’è il cupping o coppettazione

Che cosa sia il cupping o coppettazione, dunque, non è una questione banale: costituisce l’attuazione di una tecnica antichissima e utilizzata in primis dalla medicina tradizionale cinese. Attualmente viene utilizzata come terapia antalgica e miorilassante, attraverso una azione di “suzione” sulla cute abbassa la percezione del dolore e riduce il tono muscolare.

Sono diversi gli sportivi che vi ricorrono, in particolare i nuotatori, che presentando evidenti i segni della coppettazione sulla pelle.

I benefici che derivano dalla tecnica

Quali sono i benefici? Il cupping consente di lenire i dolori e le tensioni a livello muscolare, ma andrebbe effettuata da specialisti che abbiano competenze nel campo medico. In termini pratici, consiste nell’applicazione sulla pelle di coppette di vetro e la rimozione dell’ossigeno al loro interno mediante fiamma o tramite aspirazione con appositi macchinari.

Quando si crea il vuoto, la pelle e lo strato sottostante vengono risucchiati, richiamando più sangue. Il maggior afflusso di sangue e il calore prodotto stimolano il rilassamento del muscolo e aiutano ad attenuare il dolore: il trattamento avviene in pochi minuti e produce quei segni evidenti, lampanti e tipicamente circolari che abbiamo già notato sui nuotatori in corsa per le medaglie olimpiche.

Fonte: ANSA

Paltrinieri con i segni della coppettazione

L’inizio della diffusione nel nuoto

Una certa celebrità questa tecnica l’aveva conquistata già, infatti, durante i Giochi Olimpici di Pechino, quando le Olimpiadi cinesi avevano in qualche modo accesso l’attenzione medicatica sulla coppettazione. Era il 2008 e le nuotatrici e i nuotatori del Paese ospitante esibivano sulla loro schiena questi segni circolari, che indicavano in maniera inequivocabile il ricorso alla cupping therapy suscitando l’immediato scatto da parte degli altri atleti e atlete pronti a emulare i colleghi cinesi.

Da allora, con alterne fortune, le coppette si percepiscono attraverso quei segni inequivocabili. Cerchi più o meno perfetti che hanno accompagnto le medaglie di Michael Phelps, di Greg Paltrinieri (a Olimpiadi e Mondiali) e ieri anche l’oro azzurro dell’immenso Tete Martinenghi.

Martinenghi, l'oro dell'Italia e il ritorno prepotente della coppettazione. Che cos'è la cupping therapy Fonte: ANSA

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