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Massimo Margiotta: il bomber dal Venezuela

Massimo Margiotta si occupa oggi del vivaio dell’Hellas Verona. La storia e la carriera del centravanti venezuelano legato al Vicenza.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Massimo Margiotta: il bomber dal Venezuela Fonte: Getty Images

Il nome di Massimo Margiotta sarà sicuramente familiare a moltissimi appassionati di calcio, specialmente quelli della serie cadetta dove Margiotta è riuscito ad imporsi come uno degli attaccanti più importanti per tutto il primo decennio degli anni Duemila. Nato a Maracaibo, in Venezuela il 27 luglio del 1977, il calciatore arriva presto in Italia, la patria d’origine della sua famiglia e già all’età di 8 anni si stabilisce in provincia di L’Aquila. Tra le montagne abruzzesi, Margiotta coltiva la sua passione per il pallone e si fa strada negli ambienti giovanili, arrivando a esordire in Serie B, quella che sarà la sua lega di riferimento, quando ancora non aveva 18 anni. Era il 1994 e quel giovane attaccante di origini sudamericane esordisce con il Pescara diventando presto un giocatore importante del Delfino. Proprio in Abruzzo, regione che lo ha accolto quando aveva appena otto anni, Massimo Margiotta disputa le sue prime tre stagioni in cadetteria trovando ampio minutaggio ma meno gol di quanto ci si aspettasse.

Paradossalmente la stagione più positiva in tal senso è proprio quella dell’esordio, nell’annata 1994-1995, quando in appena 9 presenze timbra il cartellino ben 4 volte. Quasi un gol ogni due partite. Una media pazzesca che però crolla nelle due stagioni successive. Nel campionato 1995-1996 Margiotta realizza appena un gol in 18 presenze, mentre nel campionato disputato nel 1996-1997 le reti sono 2 in 15 partite giocate. Il Pescara vive annate tutto sommato tranquille, chiuse prima al nono e poi al sesto posto e questa prima esperienza è molto importante per Massimo Margiotta che prende le misure con la realtà dei professionisti e matura per il salto di qualità che come spesso accade avviene facendo un piccolo passo indietro per prendere lo slancio e fare un bel salto in avanti.

Massimo Margiotta: dall’esplosione in Serie C1 al ritorno tra i cadetti

Dopo tre stagioni al Pescara dove Massimo Margiotta alla fine colleziona 7 gol in 42 presenze e veste anche la maglia della Nazionale partecipando anche all’Europeo Under 18 in Grecia, chiuso al secondo posto dall’Italia sconfitta in finale dalla Spagna, l’attaccante decide di ripartire dalla Serie C1. Nella stagione 1997-1998 veste la maglia del Cosenza e l’annata è quella della svolta per l’italo-venezuelano che superati i venti anni mette in mostra tutte le sue qualità. Per la C1 Margiotta è visibilmente fuori categoria e l’attaccante lo dimostra subito. La squadra calabrese vince il girone B trascinata dai gol del suo bomber che realizza ben 19 gol ottenendo la palma di capocannoniere del proprio girone, superato solo da Giacomo Ferrari che nel gruppo A raggiunge i 22 gol con l’Alzano Virescit.

Il Cosenza era appena sceso in Serie C1 e grazie al suo bomber ha ritrovato immediatamente la serie B dimostrandosi decisamente superiore e vincendo un testa a testa con la Ternana, staccata alla fine del campionato di tre punti. Dopo quella magica stagione, Massimo Margiotta torna, dunque, in Serie B, ma non con la maglia del Cosenza. Nell’estate del 1998, infatti, il centravanti passa al Lecce. L’esperienza in Salento si rivela breve, ma positiva, perché Margiotta mette a segno 7 gol in campionato e 2 in Coppa Italia fino a gennaio, quando un po’ a sorpresa viene ceduto alla Reggiana. Cambiando maglia, l’attaccante non cambia il proprio rendimento e anche in Emilia è grande protagonista, segnando ben 10 gol in 18 partite. Alla fine chiude complessivamente il campionato 1998-1999 di Serie B con ben 17 gol, due in meno di quante segnate col Cosenza, ma con la grande difficoltà del salto di categoria e soprattutto del cambio di maglia.

La stagione 1998-1999 potrebbe sembrare beffarda per Margiotta: la Reggiana chiude il campionato al diciassettesimo posto in classifica, retrocedendo in Serie C1, mentre col quarto posto finale il Lecce, lasciato a gennaio, ottiene la promozione in Serie A. Potrebbe essere una brusca frenata per la carriera Margiotta, ma in realtà in molti si accorgono di quella straordinaria stagione in serie cadetta e iniziano a suonare chiare le sirene dalla Serie A.

Massimo Margiotta con la maglia dell'Udinese Fonte: Getty Images

I primi passi di Massimo Margiotta in Serie A e il trionfo in campo europeo

Quella Serie A che non è riuscito a conquistare sul campo rimanendo a Lecce, arriva comunque per il centravanti sudamericano grazie alle sue straordinarie prestazioni. Dopo i 19 gol in Serie C1 e i 17 in Serie B, Margiotta viene acquistato dall’Udinese nell’estate del 1999. L’esordio in campionato avviene contro la Juventus con una sonora sconfitta a Torino per 4-1 e nella sua prima stagione in Friuli segna due gol in 13 presenze. L’attacco dell’Udinese in quella stagione è molto ricco con Roberto Muzzi, Paolo Poggi e Roberto Sosa e l’ex Reggiana gioca più che altro come alternativa, imponendosi però come grande protagonista in Europa, il sorprendente campo d’azione dell’Udinese in quegli anni a cavallo tra i due secoli.

La squadra friulana nella stagione 1999-2000 riesce ad arrivare fino ai quarti di finale di Coppa Uefa, superando prima l’Alborg e poi il Legia Varsavia ed eliminando ai sedicesimi il Bayer Leverkusen, riuscendo a ribaltare lo 0-1 interno con un clamoroso 1-2 in Germania firmato proprio da una doppietta di Margiotta che vive una notte stupenda, siglando due gol in 9 minuti prima della rete, inutile, di Ballack. L’avventura dell’Udinese in Coppa Uefa termina agli ottavi contro lo Slavia Praga, ma i friulani concludono il campionato all’ottavo posto, qualificandosi per l’Intertoto nella stagione successiva.

Nella stagione 2000-2001 Massimo Margiotta, complice anche l’addio di Poggi, gioca molto di più ed è protagonista di un’ottima stagione con l’Udinese. I friulani partono forte in campionato e a un certo punto si trovano anche in vetta, prima di lasciare il passo alla Roma di Capello che a fine anno si laurea campione d’Italia. I bianconeri, però, si rendono protagonisti di un grande cammino nella Coppa Intertoto, riuscendo a vincere la coppa superando prima l’Alborg e poi l’Austria Vienna e poi battendo in finale il Sigma Olomouc. Così l’Udinese mette in bacheca la coppa e soprattutto si qualifica per la Uefa uscendo però al secondo turno con il Paok Salonicco.

Nella seconda stagione con la maglia dell’Udinese Margiotta gioca di più, spesso al fianco di Sosa, ma in campionato riesce a segnare solo 4 gol in 22 partite. Molto meglio nelle coppe, con i due gol, in Europa e i 5 addirittura in Coppa Italia, dove l’Udinese si arrende solo in finale contro il Parma. Nell’estate 2001 è nuovamente tempo di saluti con Margiotta che lascia l’Udinese dopo la vittoria dell’Intertoto e le grandi esperienze europee facendo ritorno nella Serie B dove si era imposto prima di vestire la maglia bianconera.

Gli anni di Massimo Margiotta al Vicenza e il breve ritorno in Serie A

Dopo tanto girovagare, nel 2001 arriva per Margiotta il momento di vestire la maglia a cui sarebbe rimasto maggiormente legato in carriera. Dopo l’addio all’Udinese, il venezuelano passa al Vicenza, facendo ritorno in Serie B. I veneti erano appena retrocessi e avevano costruito un progetto per tornare immediatamente in A, affidandosi così a Margiotta che non delude le aspettative. Al suo primo anno a Vicenza, l’attaccante segna 15 gol in 33 presenze tornando ai livelli mostrati con le maglie di Lecce e Reggiana. I gol non bastano però al Vicenza che chiude il campionato al nono posto, così l’anno dopo i veneti riprovano l’assalto alla Serie A, ma anche stavolta senza esito, migliorando di una sola posizione il piazzamento della stagione precedente. I gol di Margiotta nella stagione 2002-2003 sono 11, più uno in Coppa Italia, dove il Vicenza arriva sorprendentemente ai quarti di finale.

Nella stagione 2003 Margiotta fa momentaneamente ritorno in Serie A, vestendo la maglia del Perugia, ma a gennaio, dopo 4 gol in 16 presenze, torna al Vicenza dove segna 10 gol, ma ancora non ottiene la promozione in Serie A. Il campionato 2004-2005 è l’ultimo di Margiotta con il Vicenza e anche stavolta arrivano 10 gol in campionato, ma la stagione termina in modo disastroso con il Vicenza che retrocede dopo la sconfitta negli spareggi salvezza con la Triestina.

Massimo Margiotta con la maglia del Perugia Fonte: Getty Images

Le ultime avventure in B di Massimo Margiotta: ritorno a Vicenza e ritiro

Nell’estate del 2005 Massimo Margiotta si trova a dire addio al Vicenza dopo aver segnato con i biancorossi ben 50 gol in quattro stagioni. Da questo momento inizia una nuova pagina per la carriera dell’attaccante nato in Sudamerica che prima veste la maglia del Piacenza e poi quella del Frosinone per due anni, distinguendosi nella stagione 2006-2007 con 11 gol in 38 presenze. Nell’estate 2008 Margiotta fa ritorno alla casa base, ovvero il Vicenza, dove l’attaccante si appresta a giocare le ultime stagioni della sua carriera.

Nei due anni che disputa in biancorosso, trova abbastanza spazio ma va in rete con molta meno frequenza rispetto alla sua prima esperienza in Veneto. In due stagioni le reti sono appena 5, così nell’estate del 2018 Margiotta decide di scendere in Lega Pro con la maglia del Barletta ma anche qui fatica a segnare. Dopo quest’unica esperienza in Puglia, l’attaccante nato in Venezuela decide che è arrivato il momento di dire basta e appende gli scarpini al chiodo dando l’addio al calcio dopo quasi 150 gol in poco meno di 500 presenze complessive.

L’esperienza di Massimo Margiotta con la maglia della Nazionale venezuelana

Nei primissimi anni di carriera, Massimo Margiotta ha compiuto quasi tutta la trafila nelle selezioni giovanili italiane. Ha ottenuto la medaglia d’argento nell’Europeo Under 18 in Grecia, poi ha vestito per quattro volte la maglia dell’Under 21 italiana e ha fatto parte della spedizione olimpica a Sidney che si è arresa alla Spagna ai quarti. Dopo quell’avventura in Australia, Margiotta non ha più continuato il suo percorso con la maglia della Nazionale italiana, non riuscendo mai a esordire con la selezione maggiore. Così nella carriera del centravanti si è rifatto vivo il suo passato.

Nel 2004, nel pieno della sua avventura a Vicenza, Massimo Margiotta ha scelto di vestire la maglia del Venezuela, la sua patria di nascita. Con i sudamericani l’attaccante ha esordito nel febbraio 2004 in un’amichevole pareggiata proprio con l’Australia, poi nel 2006 Margiotta ha partecipato alla Copa America, segnando anche una rete nella sconfitta col Perù. Inoltre ha disputato un paio di partite valide per la qualificazione ai Mondiali del 2006.

In totale Massimo Margiotta ha vestito la maglia della Nazionale venezuelana per undici volte, segnando due gol: in amichevole contro l’Estonia oltre a quello in Copa America. Nel 2005 sono finite sia le avventure al Vicenza che con il Venezuela che hanno anticipato di qualche mese il ritiro che però non lo ha allontanato dal mondo del calcio.

Massimo Margiotta oggi: allenatore e telecronista

Infatti il ritiro non ha portato Massimo Margiotta a lasciare definitivamente il mondo del calcio. Subito dopo l’addio al Barletta, infatti, l’attaccante è tornato a vivere le sue due anime calcistiche: quella vicentina e quella venezuelana. Il centravanti, infatti, è entrato subito nello staff del Vicenza, tornando in quella che è stata la società con cui maggiormente ha brillato in carriera. Inoltre è stato arruolato da Sky Sport per seguire la Copa America 2011 dove il suo Venezuela ha sorprendentemente raggiunto la semifinale persa solo ai rigori contro il Paraguay. Al termine della manifestazione è arrivato un sontuoso quarto posto dopo la sconfitta nella finale per il terzo posto contro il Perù.

Dal giugno 2017 Massimo Margiotta è entrato a far parte del settore giovanile del Verona diventando il responsabile e facendo crescere l’intero progetto sotto la sua guida. Oggi l’ex attaccante è ancora alla guida del vivaio scaligero con cui ha ottenuto ottimi risultati come il raggiungimento da parte della Primavera gialloblù di una finale di Coppa Italia e della promozione in Primavera 1. Fino al 2027 l’italo venezuelano è legato al Verona con l’obiettivo di continuare a far crescere il settore giovanile dell’Hellas Verona.

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