In un’intervista a sport-express.com, Medvedev ha fatto un bilancio della sua stagione: “La finale degli Us Open contro Djokovic è stata la partita più importante della mia carriera. Essere arrivato qui fa parte di un processo, nel quale ho acquisito esperienza, imparando dalle sconfitte. E’ stata una stagione memorabile per me, nonostante alcuni momenti duri. Olimpiadi? A Tokyo ho dovuto ricostruire il mio gioco poiché ero reduce dalle parti di stagione su terra battuta ed erba. Mi sono dovuto adattare a condizioni per nulla favorevoli. La mancata medaglia? Ho dato tutto quello che avevo in quel momento, ma le cose non sono andate come sperato”.
Medvedev è orgoglioso del tennista che è diventato e ha spiegato perché il pubblico è dalla sua parte: “Per me è molto più piacevole giocare quando i tifosi mi sostengono rispetto a quando mi fischiano, come accade nella maggior parte dei tornei. A volte potrei comportarmi meglio, ma le persone si rendono conto che sono un tennista autentico, genuino e che non cerco di ingannare nessuno. Non c’è nulla di falso in me ed è proprio questo che piace alla gente”.
Infine, Medvedev ha concluso parlando dei Big 3: “Quando si ritireranno il tennis potrebbe avere un problema, ma la storia è ciclica ed una situazione simile si è già verificata in passato. Prima con Becker e Lendl alla fine delle loro carriere, poi con Sampras e Agassi. Arriveranno sempre nuovi campioni. Djokovic, Nadal e Federer hanno ottenuto qualcosa di incredibile, ma sorgeranno altri giocatori che entusiasmeranno milioni di persone in tutto il mondo”.