Sono state il Milan e le medio-piccole le protagoniste del calciomercato invernale della Serie A.
Le big, con la sola eccezione dei rossoneri, hanno preferito limitarsi a dei ritocchi in vista di operazioni da portare avanti in estate.
La copertina va però ovviamente all’operato di Leonardo, che dopo aver anticipato tutti su Paquetà hanno sciolto in anticipo il prestito di Gonzalo Higuain dalla Juventus, accogliendo la rivelazione del girone d’andata Krzysztof Piatek, con il Pipita volato a Londra per riabbracciare Maurizio Sarri. Doppio affare da 70 milioni con la chiara missione di tornare in Champions League.
Affari in difesa invece per Juventus e Inter: a Torino è tornato per la terza volta Martin Caceres, al posto di Medhi Benatia, sedotto dal ricco contratto del Al Duhail, per i nerazzurri ecco Cedric, esterno della Nazionale portoghese.
Scorrendo la classifica è stato soprattutto il mercato dei ritorni dall’estero. Bologna, Fiorentina, Sampdoria e Udinese hanno sistemato l’attacco riaccogliendo rispettivamente Nicola Sansone, Luis Muriel, Manolo Gabbiadini e Stefano Okaka, il Parma il centrocampo con Juraj Kucka e la Spal la porta con Emiliano Viviano.
Attivissimo il Cagliari, che ha cercato di accontentare il più possibile Maran: sono per esempio sbarcati sull’isola Valter Birsa e Fabrizio Cacciatore, due che il tecnico trentino conosce perfettamente.
Solita rivoluzione per il Genoa dove il dopo Piatek è affidato a Sanabria, a proposito di ritorni, arrivato dal Betis dopo la breve esperienza da giovanissimo con la Roma e dove è cambiato tutto anche in porta con il brasiliano Jandrei e a centrocampo con Radovanovic e Sturaro, con Romulo ceduto alla Lazio.
Rivoluzione anche nella lotta salvezza, dove Bologna, Frosinone e Empoli non si sono risparmiate. Emiliani scatenati con, oltre a Sansone, Soriano e i fedelissimi di Mihajlovic Edera e Lyanco, ciociari attivi in tutti i reparti con Simic, Viviani e Trotta, mentre i toscani hanno attinto dal Cagliari assicurandosi Pajac e Farias, che lascia il posto in Sardegna a Cyril Thereau.
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