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Miami, Djokovic a caccia del titolo numero 100: "Occasione ghiotta, ma Mensik è da temere"

Djokovic è a una sola partita dalla conquista del titolo numero 100 nel circuito ATP: "Mensik è da temere, ma io sto bene. E il servizio non è mai stato così efficace"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Quella tripla cifra è lì che attende di essere agganciata da quasi un anno e mezzo. Da quella finale con Jannik Sinner a Torino, ATP Finals 2023, ultimo trofeo vinto da Novak Djokovic nel circuito dei grandi del tennis. In mezzo, storia dell’agosto scorso, il trionfo olimpico di Parigi, che però esula dal mondo ATP, e pertanto domani a Miami l’occasione è quella di fare una volta per tutti i conti col passato recente e pure col futuro, mettendo cioè nel mirino i 103 titoli vinti da Roger Federer e i 109 di Jimmy Connors. Che sembrano irraggiungibili, ma che forse dopo la campagna in terra di Florida non lo sono poi così tanto.

Il lavoro con Murray paga: “Al servizio grossi miglioramenti”

Anche perché contro Dimitrov il serbo ha mostrato il miglior lato di sé. Con una prestazione senza macchia, dominante al servizio e in generale in tutti i momenti chiave dell’incontro. “Il primo a essere favorevolmente sorpreso dalle mie percentuali al servizio sono io. Insomma, con Andy Murray nelle ultime settimane ci siamo dedicati a questo fondamentale che forse nel corso della mia carriera ho un po’ trascurato, dal momento che ho sempre pensato che i miei punti di forza fossero la risposta e il rovescio.

Però ho capito che se servi forte, preciso e con grande continuità le partite si vincono con minore fatica. Mi sono sentito come un Isner o un Opelka ed è stata una sensazione fantastica! Detto ciò, credo che di non aver giocato così bene da molto tempo a questa parte. Probabilmente da Parigi in poi non mi ero nemmeno sentito così bene. I campi veloci che ho ritrovato a Miami (da dove mancava dal 2019) forse mi hanno aiutato, ma in generale sento di stare veramente in ottima forma”.

Il momento della svolta, il timore di sfidare Mensik

Djokovic ha già avuto un match point per andare a conquistare il titolo numero 100 in carriera, ma trovò sulla sua strada Jannik Sinner a Shanghai, vittorioso senza troppi fronzoli in un periodo nel quale la differenza tra i due cominciava ad essere piuttosto evidente. Ora che Sinner non c’è, Nole sente che questa è un’occasione che potrebbe non ricapitargli tanto facilmente.

“Ho vinto 40 Masters 1000 in carriera, so cosa significhi giocare una finale di un torneo tanto importante. La partita che ha cambiato un po’ il mio orizzonte è stata la semifinale di Melbourne: lì ho capito dove dovevo migliorare e come poter lavorare per raggiungere di nuovo un determinato livello di competititivà.

Qui a Miami s’è presentata una grossa opportunità e proverò a giocarmi le mie carte. Mensik serve molto bene, quindi la risposta sarà un dettaglio tecnico fondamentale nel quale dovrò cercare di sbagliare il meno possibile. Tuttavia parliamo di un ragazzo che gioca a ritmo molto sostenuto, e dunque dovrò tenere alto il mio livello di gioco in tutte le fasi”. La storia la faranno i dettagli: Nole è pronto per scriverla.

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