Il mito nasce il 6 febbraio 1988, esattamente 30 anni fa. E’ una data che tanti appassionati di basket ricordano, un po’ come quella della serpentina di Diego Armando Maradona ai Mondiali del 1986 per il calcio: è il giorno della schiacciata più bella della storia del basket, eseguita da un 25enne Michael Jordan durante lo Slam Dunk Contest dell’All Star Game di NBA contro la stella di Atlanta Dominique Wilkins.
Davanti a 18.403 tifosi in delirio per lui, a Chicago, il fuoriclasse dei Bulls spiccò il volo, rimanendo a mezz’aria per un secondo pieno, dando la possibilità ai fotografi presenti di immortalare un’immagine rimasta storica per la palla a spicchi. Un gesto quasi soprannaturale che poi è diventato un popolarissimo marchio di scarpe e poi di abbigliamento.
Quel giorno, per rompere l’equilibrio assoluto della sfida, Jordan sfoderò dal cilindro delle sue magie una schiacciata dalla linea dei tiri liberi che fece impazzire la gente. Rimase a bocca aperta perfino Doctor J, Julius Erving, il primo a far diventare quel gesto un’opera d’arte sportiva, e si capì che la Nba aveva il suo nuovo re. “Ma se non fossimo stati a Chicago non so se ci sarei riuscito”, confessò con umiltà Michael ‘Air’ Jordan più avanti.
Quest’anno l’All Star Game celebrerà il suo mito: le maglie da gioco saranno ‘griffate’ Jordan, con il simbolo dell’uomo che vola con il pallone da basket in mano. Lo ‘store’ online del sito della lega già vende la maglia ‘All Star Game 2018’ anche di Jordan. Un patrimonio da quasi due miliardi di dollari, MJ è stato il primo afroamericano interamente proprietario di una franchigia, i Charlotte Hornets, in omaggio alla terra di cui è originaria la sua famiglia.
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