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Milan e Inter, ultimatum delle società sulla questione stadio

Rossoneri e nerazzurri prendono una posizione netta sulla realizzazione del nuovo stadio La Cattedrale a San Siro. Scaroni e Antonello hanno le idee chiare e non hanno più tempo.

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Nell’ultimo periodo si sta parlando sempre più spesso del nuovo stadio di Inter e Milan, progetto sul quale le due società stanno puntando tanto ma che ancora non vede la realizzazione. Il motivo? Le solite lentezze burocratiche del nostro paese che stanno creando non poche difficoltà in fase di approvazione. 

In questo clima di per se già teso tra le società e l’amministrazione pubblica, nella giornata di oggi si sono esposti a Radio 24 il Presidente del Milan Paolo Scaroni e il responsabile per le attività aziendali dell’Inter Alessandro Antonello, lanciando un vero e proprio ultimatum alla città di Milano.

Milan, il Presidente Scaroni non ci sta: “Guardiamo fuori Milano”

È direttamente il numero uno del Milan Paolo Scaroni, ospite oggi ai microfoni di Radio 24, a lanciare l’ultimatum sulla realizzazione del nuovo stadio entro i confini della città di Milano

Il Presidente rossonero, in condivisione coi nerazzurri, sembra infatti interessato a guarda fuori Milano, e precisamente a Sesto San Giovanni, per la realizzazione del progetto, cosa che garantirebbe tempi di realizzazione, per sua parola, molto più brevi.

“Pensavo che a Milano saremmo stati molto più veloci ma così non è stato e non me l’aspettavo. Qua in Italia siamo bravissimi a perdere occasioni d’impresa. Perchè guardiamo fuori Milano? Perché sposeremmo un progetto con i tempi di realizzazioni più brevi, lo stadio ci serve in tempi rapidi, è un’esigienza”.

Milan, Scaroni attacca: “lo Stadio non è mai diventato il progetto della politica milanese”

Le ragioni per un tale ritardo derivano da vari fattori, tra i quali anche le veementi proteste di alcuni comitati, come quello ambientalista e quello del quartiere di San Siro, che sono contrari alla costruzione di un nuovo stadio nella stessa area.

Come se non bastasse, il Sindaco di Milano Beppe Sala è intenzionato a conservare intatto l’attuale Meazza almeno fino all’inaugurazione delle prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina in programma nel 2026. 

Scaroni però sembra aver perso la pazienza e replica alle lentezze amministrative:

“Inter e Milan hanno uguale visione perché l’ambizione di giocare un grande ruolo nel calcio europeo è identica e la realizzazione dello stadio è il primo fattore per il successo, lo pensano anche i nostri tifosi. Purtroppo, il nostro progetto è rimasto nostro, e non è diventato anche della politica, non ci hanno aiutati. Non è qualcosa per noi, ma per Milano.Parlando del dibattito pubblico, è possibile accorciare i tempi e spero avvenga anche a Milano. Noi forniremo ogni elemento per il dibattito pubblico al Comune. San Siro è storico perché ci hanno giocato Inter e Milan, non in automatico. Se le due squadre si spostassero, con il tempo diventerebbe altrettanto iconica quest’altra parte”.

Inter, le parole di Antonelli: “Senza infrastrutture non c’è competizione”

Sia Milan che Inter poi hanno già approvato e scelto il progetto del proprio stadio, creato a Populous, si chiamerà La Cattedrale e sarà un impianto polivalente, non solo per guardare le partite ma da vivere per tutta la comunità milanese.

Antonelli ritorna sull’importanza, per società come Inter e Milan, di dotarsi di uno stadio di proprietà, condizione principale per poter competere ai livelli dei top club europei:

“Non è mio desiderio conoscere la politica di Milano, sono un uomo d’impresa. Vogliamo rispettare le regole che però portino a tempi certi di esecuzione. Dopo 1.000 giorni siamo qui ad attendere che un progetto venga accettato. Quando si presentano progetti così importanti bisogna sempre avere piani alternativi. Siamo investitori e guardiamo sempre alle opportunità del territorio. Nel momento in cui avremo tutti gli elementi per una decisione prenderemo quella migliore. I nostri avversari in Europa hanno entrate da stadio che sono il triplo delle nostre, senza infrastruttura non c’è competizione. La sostenibilità economico-finanziaria è fondamentale, è un mondo nuovo con priorità diverse. Anche a livello europeo si cambiano i termini, i nuovi paradigmi sono diversi e vanno considerati per lo sviluppo dei club”.

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