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Milan, finisce nei guai l'ex presidente

Yonghong Li è di nuovo nella bufera, ritirato il passaporto.

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Milan, finisce nei guai l'ex presidente Fonte: 123RF

L’ex proprietario e presidente del Milan Yonghong Li è di nuovo nella bufera. Secondo quanto riporta l’Ansa, che cita media cinesi, l’uomo d’affari residente a Hong Kong è finito sotto accusa in patria per un’altra vicenda: il Tribunale intermedio del popolo di Jingzhou ha emesso un ordine restrittivo con cui è stato ritirato il passaporto all’imprenditore, colpevole secondo i giudici di non aver rimborsato un prestito di 60 milioni di yuan, circa 8 milioni di euro, alla società Hubei Jingjiu Investment Co.

Secondo quanto riporta il portale economico Sohu Finance, nel 2014 Li era già stato sollecitato a rimborsare questo debito con una penale da parte di una commissione d’arbitrato, quindi già prima di acquistare nell’aprile 2017 dalla Fininvest di Silvio Berlusconi il Milan, posseduto per quindici mesi, finché il fondo Elliott è subentrato con l’escussione del debito.

In un’intervista a Top Calcio 24 Paolo Berlusconi, fratello di Silvio ed ex vice-presidente del Milan ha parlato dell’attuale situazione societaria del club rossonero, soffermandosi sul fallimento della proprietà cinese: “Provo innanzitutto uno sbigottimento di fronte all’avventura di Li, perché con noi si è comportato molto bene, ha pagato tutto quello aveva da pagare, da parte di Silvio c’è stato anche molto fair play perché lui aveva versato, in modo sconsiderato, una caparra di 200 milioni (a perdere) che avrebbe perso visto poi il mancato versamento della cifra restante entro la data prevista ma mio fratello ha dato tempo all’amico cinese senza incamerare i 200 milioni”.

“La mia versione? Il governo cinese ha cambiato filosofia: ha detto ‘andate e conquistate il mondo del calcio’ perché il calcio viene visto come propaganda della democrazia, quindi lui insieme a una scalata di altri imprenditori si è trovato a far fronte all’acquisto del Milan e poi è stato abbandonato dai suoi compagni di viaggio. Si è trovato in difficoltà e non ha neppure venduto all’americano Commisso non avendo possibilità di bloccare la sua partecipazione mancando l’ultimo versamento. E’ un mistero”.

“Tralascio la stupidissima versione dei malpensanti che credevano a una strategia di far rientrare dei capitali esteri della famiglia Berlusconi: primo non abbiamo una lira all’estero e non siamo così stupidi da scegliere un percorso così low profile come il Milan se fosse stata questa la nostra intenzione. Non ho mai conosciuto Li, ma è scomparso perché ha perso la bellezza di 500 milioni: è incredibile ma è la pura verità. Sull’amico cinese temo anche che se questi denari non fossero stati suoi, non vorrei essere nei suoi panni: in Cina i creditori non sono molto teneri”.

La nuova proprietà: “Da milanista sono lieto di avere Scaroni come presidente, una bellissima persona e una bellissima figura. Molto più lieto oggi rispetto all’avere un amico con gli occhi a mandorla come Presidente. Elliott e Singer li conosco per le notizie come gruppo e persone che hanno saputo fare affari molto bene con abilità per irrobustire il patrimonio. Le dichiarazioni di Leo e Maldini sono tranquillizzanti e di questo noi non possiamo che essere felici. Sarebbe stato bello se ci fosse stato il passaggio diretto da Fininvest a Elliott ma a questo punto menomale che sia andato così altrimenti Elliott non si sarebbe avvicinato al Milan”.

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