Dopo l’addio di Boban, il Milan sta assumendo una forma assai distante da quanto delineato in precedenza. Il futuro di Paolo Maldini, reduce da una lunga convalescenza legata al Covid-19, è assai incerto: questo nuovo Milan quanto gli potrà somigliare? Quanto vorrà e gli sarà permesso contribuire, sebbene attuale direttore tecnico del club di via Aldo Rossi? L’ex capitano vorrebbe restare, ma ci sarebbero comunque delle condizioni da considerare.
A riferirlo è questa mattina La Gazzetta dello Sport che spiega che il responsabile dell’area sportiva vuole la garanzia di partecipare alle decisioni cruciali, sia in tema di mercato sia nella scelta dell’allenatore e al rispetto, non solo formale, del suo ruolo.
Il ruolo del fondo Elliott
Il fondo Elliott non ha mai messo in discussione il suo ruolo, nonostante, per esempio, a Londra non abbiano preso molto bene le sue parole su Rangnick, definito da Maldini come un profilo non giusto per il Milan e per il calcio italiano. Anche Gazidis continua – almeno formalmente – a credere in lui e punta alla sua permanenza perché il milanismo, rappresentato ormai dal solo Paolo, all’interno della società non sia azzerato.
Maldini e il rientro dopo il Covid-19
Maldini è tornato al lavoro e sta cercando di gestire al meglio questa situazione di emergenza: il Milan si sta riorganizzando, al pari di atri club di Serie A, per chiudere la stagione secondo le nuove normative e in rispetto al diritto alla salute ribadito anche e soprattutto dall’AIC. Non appena tutto si sarà sistemato, è chiaro che ci dovrà essere un confronto con la proprietà perché c’è bisogno di un chiarimento in merito a tutto quello che è successo nelle scorse settimane. Un futuro estremamente incerto, per il calcio e la Serie A. E Maldini in questo nuovo Milan, in cerca d’autore.
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