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Mondiale ogni due anni, la dura presa di posizione della UEFA

L'idea della FIFA del Mondiale ogni due anni sta riscontrando sia favori che critiche. L'ultima, in ordine di tempo, quella della UEFA, che in un lungo e duro comunicato spiega la propria posizione.

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Mondiale ogni due anni, la dura presa di posizione della UEFA Fonte: Getty Images

Si può proprio dire che il 2021 della UEFA sia stato uno dei periodi più travagliati e tesi della propria storia. Prima la proposta della Superlega da parte di ben 12 tra i più importanti club europei, faticosamente respinta a suon di accuse, minacce, proclami e sommosse dei tifosi, poi la riforma della Champions League e quella, altrettanto criticata, del Fair Play Finanziario. Ora, la proposta di Arsene Wenger, e per estensione della FIFA stessa, di far giocare il Campionato del Mondo di calcio ogni due anni invece che ogni quattro a partire dal 2028.  

La UEFA lamenta la mancanza di un vero e proprio confronto diretto tra le due istituzioni sul tema dei calendari istituzionali, e prende una posizione decisamente netta e dura in merito in un lunghissimo ed articolato comunicato apparso sui siti e sui canali ufficiali dell’organo di governo del calcio europeo. Ecco la versione tradotta:

“A maggio 2021, il Congresso della FIFA ha incaricato l’amministrazione della FIFA di condurre uno studio sulla fattibilità di un Mondiale ogni due anni. La UEFA presuppone che la parola ‘fattibilità’ comprenda tutti gli effetti e le conseguenze incluse nell’attività in questione e relative a: 1) Calendario, formati e accesso alle fasi finali ed eliminatorie delle competizioni; 2) Impatto sulle competizioni già esistenti per club e nazionali e le loro opportunità sportive e commerciali; 3) Impatto sul benessere fisico e mentale dei calciatori; 4) Impatto sui tifosi, il loro desiderio di vedere competizioni del genere più frequentemente, la sostenibilità dei viaggi che sarebbero più frequenti; 5) Impatto sul vasto ecosistema del calcio; che vuol dire valutare l’equilibrio tra l’opportunità che le Nazionali dalle 211 associazioni FIFA avrebbero di crescere in uno scenario di cambiamento così radicale; 6) Impatto sul sistema sportivo globale e il rispetto che il calcio, in quanto sport più seguito a livello mondiale, deve mostrare agli spazi consolidati di esposizione e valorizzazione utilizzati da altri sport”.

In attesa di conoscere nel dettaglio i risultati dello studio che coprirà le suddette aree, la UEFA prende atto del fatto che la FIFA ha presentato la proposta che prevede il raddoppio delle fasi finali della Coppa del Mondo a partire dal 2028, nonché la finale della Confederations Cup a partire dal 2025, unitamente a una massiccia ristrutturazione delle date riservate dal Calendario Internazionale delle Partite alle partite regolarmente disputate da tutte le 211 federazioni affiliate alla FIFA. Siamo grati per l’attenzione riservata al Campionato Europeo UEFA, con la proposta doppia frequenza del suo evento finale, ma preferiamo affrontare una questione così delicata con un approccio globale piuttosto che speculativo. Ci sono pericoli reali associati a questo piano:

– La diluizione del valore dell’evento calcistico numero uno mondiale, la cui ricorrenza quadriennale gli conferisce l’importanza con cui sono cresciute generazioni di tifosi;

– Il deterioramento delle opportunità sportive per le nazionali più deboli sostituendo le partite regolari con le fasi finali;

– Il rischio per la sostenibilità dei giocatori, costretti a cimentarsi ogni anno in competizioni estive ad alta intensità invece di pause di recupero più lunghe ad anni alterni;

– Il rischio per il futuro dei tornei femminili, privati di slot esclusivi e messi in ombra dalla vicinanza dei top eventi maschili.

Queste sono solo alcune delle serie preoccupazioni che la proposta FIFA suscita a prima vista e che non possono essere dissipate semplicemente con slogan promozionali infondati sui presunti benefici di un calendario più fitto per le fasi finali. La UEFA è del parere che il futuro del calendario internazionale debba essere oggetto di un’autentica consultazione e scambio tra la FIFA, le federazioni e gli stakeholders chiave delle competizioni, iniziando con una discussione aperta sui problemi percepiti e considerando una serie di soluzioni che saranno individuate nel corso del dibattito, tenuto conto dell’interesse del gioco e del legittimo punto di vista delle diverse parti. In questa fase, il rispetto di un processo di consultazione con gli stakeholders – che dovrebbe essere imparziale – suggerirebbe di astenersi da campagne promozionali di concetti unilateralmente predeterminati che nessuno ha avuto la possibilità di vedere nel dettaglio e che hanno ampio respiro ma spesso effetti imprevisti”.

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