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Ti piace il Mondiale per Club? Evento bello o totalmente inutile? Sondaggio

A chi piace il nuovo torneo estivo inventato dalla Fifa: una trentina di squadre dei 5 continenti negli States a contendersi un bel gruzzolo

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Redazione

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Il Mondiale per Club continua a dividere gli sportivi italiani. La kermesse del calcio mondiale organizzata dalla Fifa, ha sollevato fin da subito un sacco di dubbi e perplessità e di conseguenza non è stata immune da critiche spietate. Innanzitutto non si capisce il senso di una sorta di campionato per club, di fatto a inviti. esteso a tutte e sei le federazioni afferenti alla Fifa, con un sistema di ranking un po’ oscuro. Questo ha significato chiamare in America club di tutti i continenti con le relative differenze di qualità di gioco. Così si è assistito al penoso 10-0 rifilato da un Bayern pur in versione quasi vacanziera, ai semi professionisti neozelandesi dell’Auckland oppure al tiro al piccione di Juve e City contro gli emiratini dell’Al-Ain. E poi sono rimasti a casa club storici come Barcellona, Man Utd, Tottenham oppure anche le nostre Napoli e Milan (tanto per fare due nomi). Un divario tecnico tra le squadre del primo mondo calcistico e le altre che è stato attenuato solo dalle proibitive condizioni meteo e dal fatto che i giocatori principali hanno ormai finito la benzina. La competizione in effetti arriva in coda alla stagione, prima del calciomercato e nel momento dell’anno in cui i calciatori dovrebbero anche staccare la spina per ricaricare le batterie in vista della nuova stagione che ricomincia a metà agosto. Molte squadre hanno portato tante riserve, altre sembra che stiano sfruttando l’evento per mettere in vetrina esuberi e pezzi pregiati. A tutto discapito della qualità del gioco.

Altre critiche feroci sono rivolte alla location. Che senso ha ripropinare il calcio agli americani che a più riprese hanno già fatto capire a tutti che a loro proprio non piace e probabilmente non piacerà mai? Il risultato è quello che tutti temevano: stadi quasi vuoti, tifo poco credibile, poca passione. L’organizzazione in America significa anche trasmissione delle partite a orari assurdi non sempre ideali per l’Europa, con parte del calendario in onda nel pieno della notte del Vecchio Continente. E infine il proverbiale caldo infernale tipico dell’estate americana che di fatto rende quasi impossibile giocare 90 minuti di buon livello. Infine la questione economica: come noto la Fifa ricopre praticamente d’oro i club che ci partecipano e questo fin da subito è sembrata l’ennesima genuflessione del calcio ai dollaroni di sceicchi e grandi sponsor; un’ulteriore deformazione in chiave “spettacolo” dello sport più bello del mondo.

Dall’altro versante ci sono anche quelli che vedendo le partite si sono accorti che tutto sommato il torneo è godibile; le squadre si impegnano più del previsto e nonostante i limiti palesi dell’organizzazione, tutto sommato il torneo è una cosa nuova e crea un confronto interessante tra diverse scuole calcistiche

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