Ha lasciato trasparire anche una decisa punta di rammarico Massimo Stano nell’analizzare il livello d’attrazione dei giovani d’oggi per la marcia e l’atletica.
- Atletica e nuova generazioni, l’amarezza di Stano
- Stano e gli obiettivi futuri nell’atletica
- Gli idoli, i sacrifici e il percorso di Stano
Atletica e nuova generazioni, l’amarezza di Stano
Proprio parlando di quest’argomento Stano non ha nascosto il suo dispiacere per come viene vista oggigiorno la sua disciplina.
“Promuovere la marcia è un compito complicato. Si suda, si fatica, si sta in gara per due ore e mezza: come glielo spiego alla generazione Tik Tok, in questa vita in cui il tempo è sempre meno?” ha affermato amaro Stano al Corriere della Sera.
“A me la fatica piace, mi esalta ma chiedere ai ragazzi di oggi di fare fatica è un’impresa. La marcia è ancora vista come sculettamento, mi prendono in giro. Bisognerebbe inserirla come materia scolastica. Io, più che vincere il più possibile, non so che fare”.
Stano e gli obiettivi futuri nell’atletica
Nonostante la poca presa sulle nuove generazioni, Stano continua a marciare e, visti i risultati ottenuti tra le Olimpiadi di Tokyo e i Mondiali di Eugene, non c’è dubbio che proseguirà a farlo mettendo nel mirino nuovi obiettivi.
Il prossimo in particolare sarà l’Europeo di Monaco, una manifestazione che il pugliese disputerà con tutt’altra sicurezza dopo gli ultimi successi
“Lo affronterò con una serenità totale. Dopo aver vinto Olimpiade e Mondiale mi sento un marciatore trasformato” ha dichiarato il classe 1992 a cui, tra due anni a Parigi, piacerebbe bissare 20 e 35 chilometri anche se il CIO al momento prevede solo la 35 mista.
“Io ho provato a lanciare l’appello, poi vedano loro. La mia parola è molto piccola. Mi piacerebbe anche che la gara di marcia ai Giochi 2024 arrivasse dentro lo stadio olimpico: basta piazzare il traguardo in posti da lupi!”.
Gli idoli, i sacrifici e il percorso di Stano
A prescindere da quello che otterrà nei prossimi anni, Stano ha già raggiunto traguardi prestigiosissimi, realizzando molti dei suoi sogni e imitando a dovere il suo idolo Ivano Brugnetti, oro ad Atene 2004 nella 20 km.
“Avevo 12 anni, ero davanti alla tv: da quel giorno per me Ivano è un dio. Lui marciava più di istinto, io di testa però la mia strada l’ha tracciata lui: la sua gara in Grecia mi è rimasta stampata nel cervello. Ogni vigilia mi vedo un video che riassume il suo oro e mi gaso da morire” ha svelato Stano, uno che per raggiungere i suoi obiettivi e realizzarsi come uomo ha dovuto fare sacrifici importanti.
“Sono andato via di casa a 18 anni, appena entrato in Polizia. Volevo la mia autonomia. Mi sono sposato con Fatima nel 2016, dopo anni di convivenza: grazie al matrimonio sono passato da ragazzo a uomo. Poi è arrivata Sophie e sono diventato responsabile di una personcina che dipende totalmente da me e da mia moglie. A me la paternità ha dato una forza incredibile”.
Padre, poliziotto e fortissimo marciatore. Chissà che la sua storia, già oggi di successo, non possa davvero cambiare le carte in tavola e ispirare qualcuno a lasciare il cellulare, allacciarsi gli scarpini e lanciarsi, passo dopo passo, verso un futuro di gloria. Stano è uno di quelli che il suo sogno l’ha realizzato: perché altri, ispirati da lui e dalla sua stessa ambizione, non potrebbero farcela?