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Mondiali nuoto paralimpico, Italia dominante: Gilli in lacrime, Boggioni auguri d’oro. Barlaam di un altro pianeta

Ci apprestiamo a vivere l'ultimo giorno dell'iridato con una certezza. Primi nel medagliere con 21 ori, 12 argenti e 10 bronzi. Il totale delle medaglie sale a 43, nessuno meglio degli Azzurri

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

La marea Azzurra di Manchester non si arresta, semmai rilancia. È un’onda che fa benissimo al cuore, all’anima, alle prospettive: l’Italia del nuoto paralimpico stava a questo Mondiale con autorevolezza, ora sa starci con autorità.

Penultimo giorno di gare da farci foto, immortalare tutto, guardare ammirati il medagliere: 21 ori, 12 argenti e 10 bronzi. Il totale delle medaglie sale a 43, nessuno meglio di noi. La competizione con Cina e Gran Bretagna resta avvincente: la porteremo dietro fino all’ultima bracciata di una domenica 6 agosto che sarà definitiva.

Simone, Carlotta, Monica, Francesco

La luce di Simone Barlaam non si spegne mai: tutti gli altri intermittenti, lui no. Brilla come gli astri. E Carlotta Gilli che finisce in un pianto di liberazione che sta a metà tra la gioia pura e lo stupore.

Poi, Monica Boggioni decide che il regalo più bello se lo può fare soltanto lei: nel girono del compleanno infila l’oro al collo. Poi si lascia coccolare negli auguri degli altri: 25 anni così, non li dimentichi più. E Francesco Bocciardo: Genova l’aspetta per fare festa grandissima.

Tutti vorrebbero essere Roberto Valori

Cosa dire alla spedizione azzurra? Parole d’orgoglio, certamente, e di ammirazione. Sapere che esiste altro, molto altro, oltre lo sport che sta in vetrina ogni giorno.

Sapere che ci sono storie, molte storie, ancora più interessanti di quelle proposte dal mainstream dell’informazione.

Sentire che i meccanismi sono oleati ed esiste una Federazione che funziona benissimo: quale presidente, di qualunque altra istituzione sportiva, non vorrebbe essere al posto di Roberto Valori?

Se piange Carlotta Gilli

Se piange Carlotta Gilli è perché va tutto alla grande: sono lacrime di commozione per il terzo oro (cinque le medaglie in totale: prima nei 100 farfalla S13 e nei 100 stile libero S13; seconda nei 100 dorso S13 e nei 50 stile libero) che arriva nei 400 stile libero S13.

Nulla hanno potuto le due avversarie principali, l’americana Chambers e l’ucraina Stetsenko, cui non resta che celebrare un secondo e un terzo posto sudati con merito. Vcarlotta che non riesce a frenarsi è una cartolina sempiterna: bella, intrisa di sentimenti.

Gioia incontenibile: ho sempre creduto di poter fare bene ma fino a questo punto no, non ci ero arrivata nemmeno coi pensieri. Sono felice, in gara sono riuscita a rimanere lucida. È andato tutto bene.

Buon compleanno, Monica!

Non fai in tempo ad asciugarle, le goccioline di Carlotta, che si piazza davanti l’ennesima impresa: l’oro di Monica Boggioni che chiude i 200 stile libero S5 prima delle altre. 2’47″11: la seconda, la tedesca Scholz, ci mette giusto dieci secondi di più.

In attesa che le avversarie si giocassero l’argento, mentre era lì a bordo vasca, chissà che le è passato per la testa. Avrà realizzato, Monica, di essersi appena fatta il regalo più importante: pavese classe 1998, 25 anni compiuti il 5 agosto, una laurea in Biotecnologie e la magistrale in Biotecnologie mediche.

Il futuro è una pagina in cui c’è già scritto tutto: ha le idee chiare, sa cosa fare ma questo presente è appoggiato qui, per lasciare che se lo goda in pieno.

Francesco tocca e mostra i muscoli

Volti lo sguardo e un altro italiano ha le braccia alzate: Francesco Bocciardo difende l’iridato già suo nel modo migliore, bissando la vittoria nei 200 stile libero S5. Tornerà a Genova e sarà festa grande: 2’27″79, crono con ancora grandi margini.

La Spagna occupa il resto del podio con Ponce Bertran e Huerta Poza. Francesco arriva, tocca, si rende conto e poi piega il gomito come Braccio di Ferro: mostra i muscoli, poi i denti in un sorriso espansivo. È un’Italia giovane e bellissima anche nei lineamenti.

C’è Barlaam, è oro sicuro

Quando parte Simone Barlaam, già sai. Ormai le aspettative sono altissime. Non c’è, al momento, uno sportivo che restituisce identiche certezze di affidabilità. È come quando si spengono le luci rosse e vedi partire Max Verstappen. Vincerà lui.

Ancora un oro, per Simone: 100 dorso, precede il francese Diedier e l’australiano Hodge. Ormai la sfida di Barlaam che conta davvero è quella che lancia a se stesso. Difficile, più difficile conservare lucidità se gli esisti sono dominanti. Lui ci riesce benissimo e stavolta, va detto, l’oro arriva a margine di una gara che lo ha messo a dura prova. Il francese gli ha tenuto testa fino alla fine:

Questa è la vittoria più sofferta, sono arrivato stanco alla fine e ho fatto fatica. È un oro di carattere e tenacia, ho stretto i denti.

Una pioggia di argenti e di bronzi

Infine gli argenti e i bronzi. Incetta di medaglie da perderne il conto: vanno celebrati con gli onori del caso anche i secondi e terzi posti che rimandano a una squadra in cui sta funzionando tutto a meraviglia. È una nazionale che se la gioca sempre, ci prova in ogni frangente, resta altamente competitiva.

Il plauso più sentito ad Angela Procida, argento nei 50 dorso S2; Vincenzo Boni, secondo nei 200 stile libero S3; Stefano Raimondi, argento nei 100 stile libero; Francesco Bettella, bronzo nei 50 dorso S1; Xenia Francesca Palazzo, terza nei 200 misti SM8.

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