Mancava l’argento nella spedizione azzurra a Ballerup, e l’argento l’ha portato a casa Simone Consonni. Che nell’omnium ha chiuso alle spalle del belga De Vylder, il quale è stato scaltro nel conquistare due giri di vantaggio nella prova finale e mettere tutti alle spalle, facendo segnare complessivamente 150 punti. A 138 s’è “fermato” Consonni, splendido argento in coda a una gara tiratissima, nella quale è venuto fuori a metà gara per poi amministrare e poi blindare un piazzamento di assoluto valore nella parte conclusiva. Sul podio anche l’olandese Dorenbos, che fino all’ultimo ha provato a scalzare l’italiano dal secondo gradino.
- L'attacco a metà gara, la grande difesa finale
- Madison femminile, Consonni e Guazzini chiudono quinte
L’attacco a metà gara, la grande difesa finale
La condotta di gara di Consonni è stata improntata prevalentemente a preservare energie per il finale. Fino a metà dei 100 giri previsti, l’azzurro non muove praticamente un dito: non partecipa agli sprint, si limita a tenere buone le riserve d’energia per quando servirà piazzare l’affondo decisivo. E il contrattacco arriva poco prima di metà corsa, quando assieme all’australiano Walsh prova a guadagnarsi il giro sui rivali (e i relativi 20 punti) dopo essere scivolato in quinta posizione.
Proposito che riesce, anche se lo sforzo profuso è notevole: quando mancano 40 giri al termine, Consonni è davanti a tutti, anche al portoghese Oliveira, rientrato clamorosamente in gioco per le medaglie grazie ai due giri conquistati nella prima metà di corsa. Le gambe però chiedono il conto: Simone non riesce più a inserirsi negli sprint e a 18 giri dalla fine il belga De Vylder riesce a conquistare un giro di vantaggio (è il suo secondo di serata) di fatto ipotecando l’oro.
Bravo Consonni però a trovare il modo per vincere il nono sprint e allungare sui rivali nella lotta per le medaglie: a quel punto, una volta messo nel mirino il britannico Hayter, ha preso la ruota di Dorenbos che ha tentato il tutto per tutto, riuscendo a sua volta a sopravanzare il britannico, ma non l’italiano. Per Consonni (che a fine gara s’è mostrato un po’ rammaricato) è un ritorno sul podio mondiale dell’omnium: nel 2018 ad Apeldoorn aveva conquistato il bronzo.
Madison femminile, Consonni e Guazzini chiudono quinte
Le speranze di medaglia di giornata erano riposte anche nella madison femminile, dove Chiara Consonni e Vittoria Guazzini si presentavano forti della medaglia d’oro conquistata a Parigi soltanto tre mesi fa. Solo che stavolta la rimonta al tandem azzurro non è riuscita: c’hanno provato le campionesse olimpiche, senza però avere la forza nel finale per tenere entrambi i piedi sul podio.
Quando mancavano 55 giri le italiane hanno sferrato un attacco deciso (di comune accordo con le olandesi) riuscendo a guadagnare un giro di vantaggio e i relativi 20 punti di abbuono, tali da consentire loro di balzare momentaneamente al terzo posto dietro Francia e Olanda. Quando però anche la Danimarca ha deciso di attaccare, il banco è letteralmente saltato: le danesi hanno preso a loro volta un giro di vantaggio e sono balzate in testa, ma a tirar giù l’Italia dal podio è stata soprattutto la Gran Bretagna, che ha partecipato un po’ a tutti gli sprint intermedi, trovando il modo per agganciare un posto sul podio.
Decisivo, come molte volte accade nella madison, l’ultimo sprint, dal valore doppio: Archibald ed Evans vincono anche quello, ma non riescono a spingersi più in là della terza posizione, a un punto appena dalle francesi Bertau e Borras e a 4 dalle danesi Dideriksen e Leth, nuove campionesse mondiali. Guazzini e Consonni hanno chiuso quinte, senza più riuscire a muovere la classifica dopo l’ottimo spunto di metà gara.