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Mondiali scherma, l'Italia scende dal primo posto del medagliere: spadisti e sciabolatrici fuori dalla zona medaglie

Si chiudono con due eliminazioni precoci i mondiali di Tbilisi per un'Italia che non ha convinto. Mancano le medaglie della spada, ma non solo. Verso LA28 segnali non troppo rassicuranti

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il mattino non ha l’oro in bocca per l’Italia della scherma, che in un sol colpo s’è vista letteralmente catapultata giù dal gradino più alto del podio anche nel medagliere del mondiale in corso di svolgimento a Tbilisi. Che rispetto a quanto fatto vedere nella precedente edizione di Milano mostra una netta inversione di tendenza: le 10 medaglie milanesi sono un lontano ricordo, con l’Italia che chiuderà a 6 medaglie complessive dopo le eliminazioni precoci nelle gare a squadre di spada maschile e della sciabola femminile.

Spadisti e sciabolatrici, un finale decisamente senza gloria

Quanto già ammirato a Parigi 2024, dove la spedizione italiana si rivelò essere decisamente meno abbondante rispetto alle abitudini (chiudemmo con cinque medaglie: l’oro della spada femminile, gli argenti delle due squadre di fioretto e di Macchi nella gara individuale maschile e il bronzo di Samele nella sciabola), in qualche modo è stato confermato anche dalla trasferta in terra georgiana, dove non tutte le medaglie attese sono finite nella valigia degli atleti italiani.

L’ultima giornata sotto questo punto di vista rappresentava un’occasione notevole per implementare il bottino della spedizione, ma la delusione è stata forte tanto per le sciabolatrici, uscite addirittura negli ottavi di finale contro la Spagna, quanto per gli spadisti, che hanno visto interrotto il proprio cammino nei quarti di finale dal Kazakistan.

Qualcosa non va: LA28 è lontana, ma neanche troppo…

L’Italia dunque resterà ferma al palo alle 6 medaglie già mandate a referto: spiccano gli ori conquistati nelle prove a squadre del fioretto e della sciabola maschile, cui si aggiungono i bronzi ottenuti nel torneo a squadre femminile di fioretto, da Favaretto e Cristino nella prova individuale sempre di fioretto femminile e da Curatoli nella sciabola maschile.

Rispetto ai mondiali di Milano di due anni fa la regressione è evidente: allora arrivarono 10 medaglie (4 ori, 4 argenti e due bronzi) e il primo posto incontrastato nel medagliere. Che stavolta sarà appannaggio di una tra Stati Uniti o Francia, nonostante quando mancano appena due gare alla fine del programma l’Italia complessivamente è la nazione che ha raccolto più medaglie (solo la Francia può superarla, essendo a quota 5 ma avendo sia spada maschile che sciabola femminile in semifinale, entrambe opposte all’Ungheria).

Chiaro però che non tutti i nodi sono venuti al pettine: lo zero alla voce medaglie arrivate dalla spada (tanto nelle prove individuali quanto a squadre) pesa come un macigno sul giudizio di una spedizione che ha certamente raccolto meno rispetto a quanto ha seminato. Pesa anche la debacle nel concorso individuale dei fiorettisti, che certo avevano ambizioni importanti di medaglia (clamorosa l’eliminazione al primo turno del campione mondiali in carica Marini). Los Angeles 2028 è ancora distante, ma i segnali arrivati da Tbilisi sono stati tutto, fuorché rassicuranti.

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