Il flop è clamoroso. La delusione enorme. Finisce subito l’avventura dei moschettieri azzurri, eliminati a sorpresa dalla Repubblica Ceca nella prova a squadre di spada maschile. Altro che medaglia: il quartetto italiano si ferma ai quarti.
- Spada, che tonfo: sfuma l'obiettivo medaglia
- L'Italia dilapida un ampio vantaggio sotto i colpi di Jurka
- Il crollo della squadra maschile che non bissa l'exploit femminile
Spada, che tonfo: sfuma l’obiettivo medaglia
Le aspettative erano alte. Di più, altissime. Perché l’Italia si è presentata ai Giochi di Parigi dopo aver conquistato il Mondiale a Milano e l’argento agli Europei di Basilea andati in scena solo poco più d’un mese fa. Due finali, sempre contro la Francia. E in tanti già immaginavano il terzo e decisivo confronto tra i due quartetti nell’ultimo atto olimpico. Invece, la squadra azzurra composta da Davide Di Veroli, Federico Vismara, Andrea Santarelli e Gabriele Cimini ha alzato bandiera bianca, perdendo in maniera tanto sorprendente quanto clamorosa con la Repubblica Ceca, che si è imposta con il punteggio di 43-38.
L’Italia dilapida un ampio vantaggio sotto i colpi di Jurka
E pensare che la qualificazione sembrava davvero ad un passo. Già, perché l’Italia ha gettare al vento un vantaggio di sei stoccate, incassando la feroce rimonta di una Repubblica Ceca trascinata da un Jakub Jurka semplicemente superlativo negli assalti contro Vismara e Di Veroli. Soprattutto il primo era colui che doveva essere il trascinatore della squadra e, invece, non è riuscito a portare a termine il buon inizio che aveva imposto, quando si trovava sul +6 (23-17). Il bocconiano, alla prima esperienza a cinque cerchi all’età di 27 anni, si è spento, consentendo all’avversario di pareggiare i conti (25-25).
Il crollo della squadra maschile che non bissa l’exploit femminile
La rimonta dei cechi ha bloccato gli azzurri. Anche quando è toccato a Di Veroli calcare la pedana, la musica non è cambiata. L’azzurro si è portato sul +3 prima di essere spazzato via dall’uragano Jurka, che ha chiuso il match sul 43-38. Un vero e proprio flop se paragonato al risultato storico compiuto da Fiamingo e compagne, laureatesi campionesse olimpiche nella stessa disciplina. Una delusione che dovrà servire come carburante per riprovarci a Los Angeles 2028, per quanto oggi sia difficile lasciarsi alle spalle le scorie di questa ferita e puntare nuovi traguardi.