Inizia l’atletica ed è subita giornata nera per l’Italia, che non riesce a difendere i due ori conquistati a Tokyo nella 20 km di marcia. I campioni in carica Massimo Stano e Antonella Palmisano abdicano. E il medagliere azzurro ne risente.
- Stano, la difesa dell'oro olimpico non riesce: è quarto
- Il rammarico, la caviglia e l'obiettivo Los Angeles
- E alla Palmisano va anche peggio: altro podio sfumato
- Marcia, sul flop azzurro pesa una preparazione impostata male?
Stano, la difesa dell’oro olimpico non riesce: è quarto
Ha lottato, stretto i denti, provato in tutti i modi l’impresa. Alla fine, però, niente podio. Massimo Stano, oro olimpico ai Giochi di Tokyo nella 20 km di marcia, è stato costretto ad accontentarsi del quarto posto a Parigi 2024. Il fuoriclasse pugliese si è piazzato alle spalle dell’ecuadoriano Brian Daniel Pintado, che ha chiuso al primo posto, del brasiliano Caio Bonfim e dello spagnolo Alvaro Martin. Il re abdica. Per colpa di un infortunio alla caviglia a meno di tre chilometri all’arrivo, quando era pienamente in corsa per una medaglia. Il suo tempo – 1h19:12 – non è bastato per salire sul podio, distante un solo secondo. E la delusione – inutile nasconderlo – è tangibile, per quanto la prestazione dell’azzurro sia stata coraggiosa e generosa.
Il rammarico, la caviglia e l’obiettivo Los Angeles
Il marciatore pugliese classe 1992 ha dato tutto, sebbene si sia presentato ai Giochi di Parigi non al meglio della condizione fisica per via di quell’infortunio subito in primavera che gli ha impedito di allenarsi per un mese. “C’è un po’ di amaro in bocca, ma ci ho provato fino all’ultimo e sono comunque contento perché non era scontato essere qui con 55 giorni di preparazione – ha dichiarato ai microfoni della Rai al termine della gara -. È una mezza vittoria: ora vediamo se la Federazione mi farà partecipare nella staffetta, io sono pronto”. Stano non ha dubbi: ci riproverà tra quattro anni. “Per la medaglia dovrò aspettare Los Angeles”. Sull’infortunio: “La caviglia si è girata più volte. C’è qualcosa da sistemare: forse ho un cedimento, una muscolatura mancante. Se fossi stato al 100%, avrei vinto”.
E alla Palmisano va anche peggio: altro podio sfumato
La mattinata nera dell’atletica italiana è continuata col ritiro di Antonella Palmisano al 13esimo chilometro della 20 km di marcia femminile. Dall’oro olimpico di Tokyo allo stop forzato ai Giochi nella Capitale francese: il sogno azzurro di bissare i trionfi giapponesi si frantuma. L’azzurra – anche se con evidente fatica – faceva parte del gruppo che inseguiva la cinese Jiayu Yang, che ha poi conquistato l’oro dopo essere stata in testa fin dalle prime battute, prima del ritiro tra le lacrime, consolata dal marito-allenatore Lorenzo Dessi. “Non immaginavo questo epilogo, fa male. Mi sentivo perfetta e non so cosa sia successo. Questo è lo sport, non siamo robot” ha commentato Palmisano. A completare il podio la spagnola Maria Perez (argento) e l’australiana Jemima Montag (bronzo).
Marcia, sul flop azzurro pesa una preparazione impostata male?
Le aspettative erano alte, specie dopo Tokyo. Invece, l’Italia è rimasta a secco di medaglie. Se Stano, alle prese con una caviglia malconcia, ha pagato nel finale un’assenza di brillantezza, per Palmisano vale il dubbio: ha raggiunto troppo in fretta il picco di condizione? Non era forse più giusto puntare tutto su Parigi anziché cercare il colpo doppio con gli Europei di Roma? E in casa azzurri la preoccupazione cresce.