Non ha convinto del tutto nelle prove cronometrate, ma Federica Brignone resta l’atleta che tutti vorranno battere in questa edizione dei mondiali di Saalbach. Perché è arrivata in Austria da leader di Coppa del Mondo, e perché questa, almeno a due terzi del cammino, è stata senza ombra di dubbio la miglior stagione della sua carriera. Con una condizione di forma invidiabile che da sola basta e avanza per spaventare le rivali, anche se sulla “Ulli Maier” le sensazioni provate nei due giorni di prova non sono state poi tanto belle come avrebbe voluto sperare che fossero.
- Sensazioni contrastanti: "Non è la pista più adatta a me..."
- La speranza: una tracciatura bella "aggressiva"
Sensazioni contrastanti: “Non è la pista più adatta a me…”
Federica però sa che tutti gli occhi del mondo saranno puntati su di lei, non fosse peraltro perché ai mondiali nel corso della sua carriera ha già saputo esaltarsi a sufficienza, ripensando alle due medaglie conquistate nel 2023 a Meribel (oro in combinata, argento in gigante) e all’altro argento conquistato nel 2011 a Garmisch, quando si rivelò al mondo del circo bianco.
Stavolta avrà tanti riflettori puntati addosso, ma anche la consapevolezza che nelle tre gare in cui gareggerà (che potrebbero diventare 4 se farà anche la combinata mista) potrà puntare dichiaratamente alla zona medaglie, anche se le sensazioni provate sulla pista austriaca non sono state subito delle migliori. “Diciamo che sino ad oggi non ho trovato quelle che sono le mie condizioni ideali. Soprattutto oggi mi sono sentita più rigida e ho faticato a trovare il giusto ritmo sui tanti avvallamenti del percorso, che a conti fatti rappresentano l’unica vera discriminante del tracciato.
L’errore che ho commesso nella parte alta mi ha impedito di entrare con la giusta velocità sul tratto di scorrimento e questo ha prodotto un ritardo consistente, tanto che poi nell’ultima parte mi sono concentrata solo sulle linee, senza stare a pensare al riferimento del cronometro. Per sciare bene su questa pista bisogna essere morbidi e fluidi, altrimenti diventa complicato fare la prestazione e di conseguenza riuscire a lottare per un posto sul podio”.
La speranza: una tracciatura bella “aggressiva”
La speranza di Federica è quella di poter beneficiare almeno di una tracciatura più da gigante, ma con difficoltà un po’ più elevate in curva. “Un supergigante può essere considerato interessante quando ha punti ciechi, oppure angoli dove entri fortissimo, incontri dossi e devi tirare curve. C’è la possibilità di tracciare in questo modo, la pista è larga ed è possibile inventarsi qualcosa di interessante.
Spero che chi dovrà tracciare (cioè l’allenatore delle statunitensi) terrà conto di queste indicazioni. Personalmente sento di stare bene, sono consapevole che questa non sia la mia pista soprattutto per la velocità, qui dovrò tirare fuori il coniglio dal cilindro”.
Brignone partirà con il pettorale numero 6: prima di lei scenderanno Laura Pirovano (2) e Marta Bassino (6), poi con l’11 Sofia Goggia e con il 13 Elena Curtoni. La grande favorita, Lara Gut-Behrami, scenderà con il 9, in mezzo alle due punte italiane: proveranno a prenderla a tenaglia, ma l’elvetica sa certamente come districarsi.