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Morto l'ex campione Piero Carletto, 15 mesi fa la scomparsa della moglie Lara

Il campione di Seoul e bronzo ai Mondiali aveva 59 anni: lottava contro il cancro, che ha portato via anche la sua compagna. Avevano due figlie, Arianna e Alice

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Morto l'ex campione Piero Carletto, 15 mesi fa la scomparsa della moglie Lara Fonte: Screenshot tratto da Facebook

Era un campione nel canottaggio, conosceva meglio di chiunque altro la disciplina del sacrifico e l’ostinazione di quella fatica. Ed era soprattutto un combattente, Piero Carletto, nelle parole delle testimonianze dei conoscenti, degli amici, delle sue figlie nella lotta alla malattia condivisa con Lara, sua moglie, che lo ha lasciato 15 mesi fa al quale ha affidato la sua storia conservata nei post sui social, nelle gare, nello sport come nell’unione contro l’indifferenza nei confronti della malattia. Il cancro, che ha stroncato sia lui sia la compagna Lara.

L’annuncio della morte di Piero Carletto

Si è spento a 59 anni, sabato scorso abbandonando chi lo ha sostenuto, chi ha diviso con lui l’amore per il canottaggio, il sacrificio che impone e la disciplina che insegna. Sono proprio i Canottieri Padova a confermare la notizia della sua tragica morte con un lungo post su Facebook:

“A un anno dalla scomparsa della moglie Lara, Piero Carletto, classe 1963, si è spento sabato 14 maggio dopo una lotta per la vita che tanto amava. Un campione, un amico, un padre con una passione infinita per la famiglia, per le persone, per il lavoro e per lo sport. Piero, ex atleta e socio della Canottieri Padova, ha partecipato ai Giochi Olimpici di Seul 1988 a bordo dell’ammiraglia azzurra, piazzandosi al settimo posto. Durante la sua carriera agonistica in maglia azzurra dal 1981 al 1990 è stato campione italiano in singolo junior e selezionato come singolista per i mondiali junior in Bulgaria, a cui rinunciò per motivi di studio; ha preso parte a tre Match des Seniores e nel 1985 ha vinto l’oro nel quattro senza. Ha partecipato anche a tre Campionati del Mondo assoluti e a Copenaghen 1987, in otto fuoriscalmo, vinse la medaglia di bronzo. Sempre nel 1987 alle Universiadi di Zagabria vinse la medaglia d’oro, ancora in otto. Piero Carletto è ricordato come uno specialista dell’ammiraglia e per i risultati sportivi ottenuti ha ricevuto dal CONI le medaglie di bronzo e d’argento al Valore Atletico. Non solo: una laurea in scienze politiche e una mente viva e goliardica lo hanno portato negli anni a girare e conoscere il mondo come manager per aziende italiane in Brasile, Argentina, Corea del Sud, Sudafrica, Polonia, Vietnam. Ma ogni volta tornava al suo canottaggio, quello fatto di amicizie, di ore in aereo andata e ritorno per un’unica gara. Quel canottaggio fatto della capacità autentica di meravigliarsi davanti a centinaia di ammiraglie di veterani sul Tamigi, decenni dopo aver raggiunto le Olimpiadi, il massimo livello a cui può ambire uno sportivo. Non sappiamo quale sia il disegno di tutto questo, Piero, e forse non potremo mai comprenderlo, ma siamo chiamati a salutarti, e ancora una volta alzeremo i remi in tuo onore e in onore di Lara, ricordandoci ogni giorno di dare il giusto valore alla vita che ci accoglie al risveglio, alle piccole cose, a una vogata con chi la vita ci ha posto accanto. L’abbraccio di tutta la Canottieri va alle figlie Alice e Arianna, e a tutta la famiglia Carletto”, il saluto in questo lungo messaggio di affetto.

La carriera di Piero Carletto nel canottaggio

Carletto aveva vinto il bronzo ai Mondiali di Copenaghen nel 1987 e poi, da capovoga dell’ammiraglia, si era classificato settimo alle Olimpiadi di Seoul del 1988 rimanendo nella storia del canottaggio azzurro.

Un mondo unito e compatto che si è unito nell’esprimere cordoglio alle due figlie di Piero Carletto e Lara Zambon, Arianna e Alice, rispettivamente di 23 e 19 anni.

Con la maglia azzurra, Carletto aveva vissuto l’esperienza dei Giochi e aveva ricevuto dal Coni le medaglie di bronzo e d’argento al valore atletico.

“La sua morte è stata un grande dolore”, ha dichiarato il presidente della Federazione nazionale canottaggio, Giuseppe Abbagnale (che con il fratello ha gareggiato anche a Seoul), che ha espresso il dolore di una comunità piccola, ma di tradizione notevole e che ha sempre vantato campioni dalle qualità umane indiscutibili.

“A poco più di un anno di distanza dalla scomparsa di sua moglie, questa mattina è venuto a mancare all’affetto delle figlie Arianna e Alice dei suoi cari anche Piero Carletto, colpito da una grave malattia. Piero Carletto, ex atleta e socio della Canottieri Padova, nel 1988 ha partecipato ai Giochi Olimpici di Seul a bordo dell’ammiraglia azzurra, piazzandosi al settimo posto. Durante la sua carriera agonistica in maglia azzurra dal 1981 al 1990 ha preso parte a tre Match des Seniores e nel 1985 ha vinto l’oro nel quattro senza. Ha partecipato anche a tre Campionati del Mondo assoluti e a Copenaghen 1987, in otto fuoriscalmo, vinse la medaglia di bronzo. Sempre nel 1987 alle Universiadi di Zagabria vinse la medaglia d’oro ancora in otto. Piero Carletto è ricordato come uno specialista dell’ammiraglia e per i risultati sportivi ottenuti ha ricevuto dal CONI le medaglie di bronzo e d’argento al Valore Atletico.

Il Presidente federale Giuseppe Abbagnale, insieme al Consiglio, al Comitato Regionale Veneto della FIC e a nome di tutto il canottaggio nazionale, porge alla Famiglia Carletto e alla SC Padova le più sentite condoglianze in questo momento di grande dolore per la scomparsa del caro Piero”, il comunicato della Federazione che aveva dedicato un ricordo molto intenso anche alla memoria di Lara, morta a causa del cancro a soli 52 anni.

L’associazione “Unite gareggiamo ovunque”

Nella lotta al cancro, Lara Zambon aveva trovato una sua via nell’onlus che aveva deciso di fondare “Unite gareggiamo ovunque”, con la missione di sostenere donne che hanno superato o che lottano contro un tumore al seno alla pratica dello sport che ne ha segnato l’esistenza, che l’ha sostenuta negli anni più difficili.

Dopo la sua scomparsa, il marito Piero si era dedicato a questa missione che aveva percepito come prioritaria, facendola propria: una missione, l’ultima che ha continuato a coltivare con la medesima dedizione di Lara.

Il ricordo del Comitato regionale

Il Comitato Regionale dei canottieri veneti si è voluta unire a questo dolore con una dedica:

“Abbracciamo le due figlie, Alice ed Arianna, in un momento più che mai difficile – ha dichiarato il presidente del Comitato Sandro Frisiero -. Loro sono le più importanti vittorie conseguite da Piero e Lara. Da oggi saranno gli angeli che veglieranno sulle loro giovani vite. Abbiamo perso un campione, ma è vivo il suo amore per la famiglia, per le persone, per il lavoro e lo sport. La sua forza di volontà e la sua passione saranno sempre un esempio per noi”.

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