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Morto Vjaceslav Zaytsev, padre di Ivan: è stato il palleggiatore più grande di sempre. "Ora riposa se puoi"

Il ricordo toccante del figlio Ivan, che ha perso suo padre a 70 anni: il post e i ricordi di un campione irripetibile per il volley

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Morto Vjaceslav Zaytsev, padre di Ivan: è stato il palleggiatore più grande di sempre. "Ora riposa se puoi" Fonte: ANSA

Con Vjaceslav Alekseevic Zaytsev, un pezzo della storia del Novecento si chiude. Non è solo, se così si può definire, pallavolo, sport e l’esempio della passione e del talento, abbinati alla disciplina.

Zaytsev è stato figlio del suo tempo, per via delle origini russe, della rottura di un dogma prima della caduta del muro di Berlino, protagonista forse anche suo malgrado di un cambiamento epocale e umano. Suo figlio, lo zar Ivan, ha dato conferma della sua scomparsa a 70 anni, in un post social che ha raccolto già emozione e partecipazione.

Addio a Zaytsev padre, il campione russo

Nato nell’ex Unione Sovietica, Vjaceslav Zaytsev è stato uno se non il più forte palleggiatore di sempre ed è ricordato anche per essere il primo giocatore sovietico a giocare fuori dal suo Paese quando, dopo quasi 20 anni a San Pietroburgo, si trasferì a Spoleto dov’è nato il figlio Ivan mentre giocava le Olimpiadi di Seoul.

Un campione, a sua volta, che ha indossato con rispetto e dedizione la maglia azzurra e che si è rivelato, cambiato ruolo, uno dei più grandi della sua generazione.

La carriera da pallavolista

Nella carriera strepitosa di Zaytsev padre, oltre a Spoleto ci sono state anche Agrigento e Città di Castello e poi la sua nazionale capace di vincere un oro e due argenti olimpici, due ori e due argenti ai Mondiali e sette ori Europei.

Da pallavolista conquistò anche due volte la CEV Cup con il suo club, l’Avtomobilist Leningrad, ma non riuscì mai a vincere il campionato allora dominato dal CSKA Mosca. Già prima della caduta del muro, nel 1987, si trasferì in Italia, dove giocò con le maglie di Spoleto, Agrigento e Città di Castello fino al 1992, prima di chiudere la carriera in Svizzera a Lugano.

Vyacheslav, archiviata la carriera da giocatore, fu poi anche allenatore, lavorando da assistente per il Belogorie Belgorod, la nazionale russa e la Dinamo Mosca femminile. Nel curriculum anche alcune parentesi da head coach, con la Russia Under 21 e alcune squadre di club.

Il ricordo del figlio Ivan

“Ciao papà… fai buon viaggio e ora riposa se puoi”, scrive Ivan Zaytsev pubblicando alcune foto con il papà Vjaceslav.

Un genitore con il quale Ivan ha spesso avuto dei conflitti, ma che è stato anche inevitabilmente di ispirazione e non solo agli inizi della sua carriera quando incominciò da palleggiatore prima di diventare uno degli opposti più forti al mondo e conquistare davvero tanto con la maglia azzurra.

Anche questa una scelta di cuore.

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