Andrea Iannone ha raccontato il suo inferno ai microfoni del Corriere della Sera. Il centauro di Vasto non ha ancora accettato la sentenza del Tas che ha portato alla sua squalifica di quattro anni dopo la positività al Drostanolone nel 2019: “E’ dura accettare una punizione che so di non meritarmi. All’inizio non riuscivo a dormire: incubi, telefonate alle 4 di notte con l’avvocato. Mi sono allenato, continuo a farlo, anche se non posso esprimermi. Mai stato in forma come adesso mentre mi domando: perché tutto questo? Perché ho mangiato un pezzo di carne al ristorante?”.
Il pilota dell’Aprilia ed ex ducatista potrebbe fare ricorso, ma sa che la sentenza sarebbe già scritta: “Potrei rivolgermi al Tribunale Civile svizzero ma è un procedimento costoso e forse inutile anche perché sento il bisogno di disintossicarmi da tutto questo. Ho speso centinaia di migliaia di euro. Per niente. Quale governo, quale ristorante può ammettere pubblicamente di trattare carne avariata? E poi in quei giorni mangiai carne anche in pista, utilizzando il catering del circuito. Sono diventato esperto come un chimico, ho capito che spesso vengono introdotte negli alimenti sostanze depistanti per mascherarne altre”.
“La sentenza, punto 158, dice che anche esponendo elementi più concreti, nulla sarebbe cambiato. Nemmeno l’esame del capello, negativo e ben più rilevante, è stato preso in considerazione. Secondo me per Wada perdere l’appello avrebbe significato modificare i protocolli e le procedure antidoping. Vorrei dare un consiglio ai piloti: state attenti a ciò che fate”.
Iannone ora deve decidere come muoversi per il suo futuro. Il centauro vorrebbe restare nell’orbita della MotoGp e non riesce ad accettare l’idea di cambiare vita: “I miei sentimenti non sono cambiati. Ciò che porto dentro resta. L’amore per lo sport, la passione per la moto. Mi serve ripristinare una calma utile. Non sono in lutto perché di questi tempi c’è chi subisce ben di peggio. Ma ciò che è accaduto a me non lo si può capire dall’esterno. Correre in moto è la mia vita, un percorso nel quale ho investito tutto. Certo, ci sarà un piano B, un piano C, un piano D. Mi sento piegato, ammaccato ma non spezzato. Vado avanti, andrò avanti comunque. Nessuno può fermarmi”.