In una lunga intervista concessa a ‘L’Equipe’, Josè Mourinho è tornato a parlare della sua esperienza a Manchester: “Il tempo è stato galantuomo e ha dato le sue spiegazioni. Non sono stato vittima di Pogba, i problemi ci sono ancora”.
“Il Manchester United è un club con una storia incredibile. E con delle ambizioni che sono in sintonia con il suo glorioso passato, ma non con il suo potenziale di oggi. Nove o dieci mesi fa dissi che, dopo aver vinto 8 campionati, il secondo posto in Premier League con lo United è stata una delle imprese più importanti della mia carriera, oggi tutti hanno capito perchè. Io vittima di Pogba? No, i problemi ci sono ancora. Voi potete ipotizzare che siano i calciatori, l’organizzazione, le ambizioni, io posso solamente dire che non posso rispondere ‘sì’ se voi mi chiedete se Paul sia stato l’unico responsabile”.
Il portoghese è uno degli allenatori più richiesti e di recente è stato accostato anche al Paris Saint Germain ma il suo futuro non sarà a Parigi: “Posso parlare se in un club c’è una porta aperta. Il PSG è un club di dimensione mondiale con dei giocatori di livello mondiale”.
Mourinho ha poi parlato della Juventus: “Il PSG non ha ancora vinto a livello europeo ed è un dettaglio molto importante. E’ la stessa cosa che dico quando parlo di altri allenatori: puoi avere grandi qualità ma se a fine carriera non hai vinto nessun trofeo a livello europeo, ti manca qualcosa. Stesso discorso per Juventus e Bayern Monaco: dominano nel loro campionato, ma sono dietro i top club europei“.
Chiosa sulla tecnologia nel calcio: “La vera innovazione non è la tecnologia. Tu puoi avere l’ultimo dal modello di drone o GPS, ma ciò che fa la differenza è quello che noi chiamiamo ‘know how’. Molti allenatori si nascondono dietro la tecnologia, ma il vero segreto non sta lì, quando lavoro penso sempre: allenamento di qualità. Avere un allenamento di alto livello è un diritto per ogni calciatore, il mio dovere da allenatore è mettere a loro disposizione questo tutti i giorni. Regola d’oro. Se tu sei un allenatore, cosa vuoi che dicano di te i tuoi calciatori? Che sei un grande allenatore”.
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