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Mourinho ritrova il Milan, acerrimo rivale in campo e non solo

La storia delle battaglie del portoghese con il Diavolo.

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Mourinho ritrova il Milan, acerrimo rivale in campo e non solo Fonte: Getty Images

Mourinho è cambiato . È stato questo il refrain che ha accompagnato i primi due mesi del portoghese da allenatore della Roma . E in effetti l’approccio del tecnico alla sua seconda esperienza italiana all’inizio ha sorpreso tutti. Nessuna polemica, anzi scambi di riverenze e sorrisi con gli allenatori avversari. Al punto che “ Spallettone ” è stato prontamente inserito come nuovo lemma nel vasto dizionario mourinhano.

È cambiato. O forse no. Dalla trasferta in casa della Juventus in poi Mourinho sembra essere tornato se stesso. Reazioni scomposte in panchina, richieste di rinforzi alla proprietà reiterate nelle conferenze stampa, bocciature nei confronti di alcuni elementi della rosa. E soprattutto, è tornato a infastidire i tifosi avversari con qualche atteggiamento sopra le righe.

Domenica all’Olimpico lo Special One ritrova il Milan , avversario ai tempi dell’Inter di battaglie feroci in campo ma anche e soprattutto di fronte alle telecamere. Una rivalità aspra e senza esclusione di colpi, che ha contribuito a cementare il legame indissolubile tra Mou e la tifoseria interista, ma anche a rendere sempre più spinoso quello con i dirimpettai.

Sono in totale sette i precedenti contro i rossoneri. L’ago della bilancia pende discretamente a favore del portoghese, uscito vincitore in quattro occasioni. Eppure il tecnico di Setubal è riuscito a imporsi sul Milan solamente al terzo tentativo in carriera. La prima volta che il Diavolo insidiò la strada di Mourinho fu il 29 agosto 2003.

A Montecarlo si giocava la Supercoppa Europea e al Milan campione d’Europa bastò una rete di testa di Andriy Shevchenko per portare a casa la quarta edizione del trofeo della sua storia. Un rapporto complicato quello di Mourinho con la Supercoppa , che ancora oggi – eccezion fatta per la neonata Conference League – resta l’unica competizione di tutte quelle disputate in carriera a mancare nella sua bacheca.

Il Milan si impose anche nella prima stracittadina milanese nella carriera dell’autore del Triplete nerazzurro. Il 28 settembre 2008 a stendere l’Inter fu uno straordinario colpo di testa Ronaldinho , con il brasiliano che realizzò la sua prima marcatura in assoluto con la maglia del Milan.

Incontro concluso tra le polemiche per un presunto offside di Kakà nell’azione che portò alla rete decisiva. Episodio che non piacque a Mourinho, che non perse occasione per rinfacciarlo quando vinse   per 2-1 nel derby di ritorno.

Anche in quel caso non mancarono le proteste per un tocco di mano abbastanza evidente di Adriano sul primo gol interista, ma il portoghese da infallibile comunicatore seppe rovesciare il tavolo di discussione e portare il discorso a suo favore: ” È giusto che il Milan parli di un gol dubbio, ma dovrebbe parlare anche dei punti guadagnati con rigori non regolari. E dovrebbero parlare del derby di andata, che hanno vinto 1-0 con un gol in fuorigioco ”.

Bersaglio specifico del portoghese fu Massimo Ambrosini , al centro della bufera per uno striscione non propriamente lusinghiero rivolto ai tifosi interisti dopo la vittoria della Champions League nel 2007. Lo stesso centrocampista aveva poi acceso la vigilia con una provocazione sugli “ zeru tituli ”: “ Nella mia memoria c‘è l’immagine di lui che insulta 10 milioni di interisti. Non l’ho mai visto chiedere scusa, non ha grande autorità morale

Altrettanto dura la risposta del centrocampista rossonero: ” Sono stupito e amareggiato di com’è l’uomo Mourinho. Non accetto assolutamente lezioni di moralità quando due giorni dopo l’episodio dello striscione chiesi scusa ai calciatori e ai tifosi interisti. Dimostrando quei valori morali che lui, con poca attenzione e scarsa conoscenza dei fatti, mette in dubbio “.

La stagione successiva, l’Inter si aggiudicò entrambi i derby. Se in quello d’andata Mourinho poté gongolare per via del 4-0 netto rifilato ai rivali, nella gara di ritorno malgrado la vittoria per 2-1 il portoghese ne approfittò per esprimere tutto il suo malcontento a causa di un calcio di rigore assegnato ai rossoneri: “ Ronaldinho è allenato a battere i rigori, gliene danno uno a settimana! Il Milan si è lamentato dell’arbitro? Mamma mia, mamma mia. Comunque è stato più bello vincere così, più emozionante “.

Non sono i derby le ultime sfide contro il Milan per Mourinho. Dopo il Triplete e l’inserimento di diritto nel gotha nerazzurro, il tecnico si sposta al Real Madrid. Ma tutte le strade, nel suo caso, portano a Milano. I Blancos vengono accoppiati con i rossoneri nel girone della Champions League 2010/2011. 

Vittoria abbastanza agevole per 2-0 del Real nella sfida del Santiago Bernabeu. Ma tutti aspettano il ritorno di Mourinho a San Siro. Da nemico. Al momento del suo ingresso in campo da tutti i settori dello stadio lo attende un’accoglienza di quelle che non si trova certo sul manuale del galateo.

Sprovvisto di ombrello o impermeabile malgrado il passato londinese, al portoghese basta sollevare tre dita per ripararsi dalle secchiate di fischi che gli piovono addosso. Tre dita a ricordare a tutti quanti quel Triplete che ancora oggi è motivo di orgoglio per l’Inter e per lo stesso Mourinho.

Il 2-2 finale, oltre a prolungare la striscia di imbattibilità contro il Milan, gli fornisce solo un altro motivo per polemizzare con i rivali, nascondendosi dietro la più classica delle preterizioni: ” Nonostante il loro gol fosse in fuorigioco non voglio parlare dell’arbitro, ma della grinta che il Milan ha dimostrato di avere “.

Undici anni dopo, ad attendere Mourinho al bivio del campionato c’è di nuovo il Diavolo , rinnovato nel look e nelle ambizioni dopo un decennio decisamente complicato. Dopo aver fatto ritorno in Champions League, il Milan quest’anno sembra voler puntare dritto al tricolore.

Ma attenzione al biforcuto Mourinho, che dietro all’inedita veste da clergyman nasconde sempre il suo lato un po’ diabolico. Se sarà in grado di ingannare il Diavolo o verrà neutralizzato dal ben meno luciferino Stefano Pioli lo deciderà come sempre il responso del campo.

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