Nel calderone dei nomi accostati all’Italia dopo l’esonero di Spalletti era finito anche quello di José Mourinho. E, come svela La Repubblica, si è trattata di una candidatura seria, avallata e supportata dallo sponsor tecnico della Nazionale. Alla fine, però, è passata la linea Buffon, che pure si era opposto al ritorno di Mancini. Gli Azzurri a Gattuso. Se fa flop, saltano tutti. E tutto, Mondiale compreso.
- Mourinho ct dell'Italia: più di una suggestione
- Perché lo Special One non è diventato ct: c'entra Buffon
- La responsabilità di Gattuso: se fa flop, tutti via
Mourinho ct dell’Italia: più di una suggestione
La situazione è precipitata in seguito al flop con la Norvegia. Spalletti ha guidato la Nazionale con la Moldova da ct esautorato, mentre era sempre più forte la candidatura di Claudio Ranieri. Il rifiuto dell’attuale consulente della Roma ha spiazzato la Federazione, che era certa o quasi del suo sì. E, allora, via alla consultazioni, alle ipotesi avanzate dai media, alle voci incontrollate. Il Mancini-bis, la corsa a tre tra gli eroi di Germania 2006 Gattuso, De Rossi e Cannavaro, e Mourinho.
Altro che boutade. La Repubblica rivela il principale sponsor dello Special One è stato proprio lo sponsor dell’Italia: Adidas. L’idea del marchio d’abbigliamento, che dal 2023 griffa le maglie azzurre, era quello di puntare su profilo internazionale di altissimo livello, capace di ottenere risultati e valorizzare nel contempo anche il brand. Non solo: l’azienda tedesca era disposta a contribuire economicamente a un’operazione che sarebbe stata clamorosa, un po’ come successe con Conte ct, con lo stipendio dell’attuale tecnico del Napoli pagato in parte dagli sponsor.
Perché lo Special One non è diventato ct: c’entra Buffon
Due gli ostacoli che hanno fatto tramontare l’ipotesi Mou. Il primo riguarda il suo club d’appartenenza, il Fenerbahce. La squadra turca, che la scorsa estate ha scommesso con decisione sulla voglia di rivalsa del lusitano, avrebbe liberato il tecnico solo dietro il pagamento di una penale da diversi milioni di euro.
Poi, il fattore Buffon. Il capo delegazione dell’Italia ha dimostrato la sua influenza, opponendosi all’inizio di una seconda era Mancini, ma pure a candidature lontane dall’ambiente Italia. L’ex capitano si è speso tanto per Gattuso, certo del fatto che – in questo momento storico così delicato – servisse un campione del mondo, uno che l’azzurro lo sente tatuato sulla pelle.
La responsabilità di Gattuso: se fa flop, tutti via
Un anno di contratto, con possibilità di rinnovo fino al 2028 in caso di qualificazione ai Mondiali 2026 che si disputeranno in Canada, Messico e Stati Uniti. Gattuso, Buffon, Bonucci e tutto lo staff (anche Gravina?) si giocano il futuro in Nazionale a partire dal 5 settembre, quando Ringhio debutterà in panchina al Gewiss Stadium contro l’Estonia con un solo obiettivo: evitare il terzo fallimento di fila.
Ora non resta che andare a mille all’ora, che è poi esattamente ciò che chiederà il neo-ct ai giocatori. Ha ragione, l’ex allenatore dell’Hajduk Spalato: “Bisogna pedalare”. Dentro e fuori dal campo. Perché in ballo c’è molto più di un Mondiale.