Sono ormai trascorsi tre mesi dal “caso ammutinamento” che ha scosso la stagione del Napoli, sul campo la squadra allenata da Rino Gattuso, tra qualche alto e basso di troppo, sta cercando di avvicinarsi alla zona Europa, eppure in casa azzurra il braccio di ferro tra società e giocatori è ancora più vivo che mai.
L’ultimo aggiornamento arriva dal giudice unico del tribunale di Napoli, Arduino Buttafoco, che ha respinto il ricorso presentato dai legali di sei giocatori della rosa azzurra, Insigne, Manolas, Lozano, Milik, Zielinski e Mertens, che chiedevano la ricusazione dell’arbitro Bruno Piacci.
Riavvolgendo il nastro, tutto nasce dalle pesanti multe richieste direttamente dal presidente Aurelio De Laurentiis dopo che lo spogliatoio aveva deciso in autonomia di interrompere il ritiro imposto dallo stesso De Laurentiis il 3 novembre dopo la sconfitta in campionato contro la Roma.
Due giorni più tardi i giocatori allora allenati da Carlo Ancelotti, al termine della gara di Champions pareggiata contro il Salisburgo, decisero di fare ritorno nelle proprie abitazioni, senza prima consultare la società. Ne nacque uno scontro durissimo, conseguenza della tensione che già c’era tra le parti a causa del negativo inizio di stagione. Alcuni giocatori si scontrarono pubblicamente con lo stesso De Laurentiis e con il figlio Edoardo e la società rispose proponendo multe nell’ordine del 25% dello stipendio.
Era la fine novembre quando furono spedite le notifiche ai giocatori, ma la prevedibile reazione degli stessi aveva trascinato la questione in tribunale. Rigo e Diana, i legali dei sei giocatori in questione, sostenevano che l’arbitro scelto dal club per dirimere la questione, Bruno Piacci, fosse da ricusare in quanto in passato era stato nominato dal Napoli in altri arbitrati, tra i quali uno che oppose De Laurentiis a Gonzalo Higuain, e comunque dovendo farlo in 24 collegi diversi, uno per ogni giocatore che il Napoli intende multare, perdesse il requisito di “super partes”.
La tesi dei legali era che si dovessero formare dei collegi arbitrali, con un membro nominato dalle parti e un terzo che dovrà essere nominato dai tribunali competenti (che sono Napoli e Roma), ma il tribunale di Napoli ha respinto questa tesi, dando ragione a quanto sostenuto da Mattia Grassani, il legale che ha rappresentato in dibattimento il Napoli. La conseguenza di tutto questo è che i tempi si allungheranno di molto per la definizione delle multe. Spetterà ai tribunali nominare i presidenti dei 24 collegi.
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