La tecnologia legata al mondo di videogiochi e degli esports non è solo materia per multinazionali con base in Asia o negli Stati Uniti. Anche l’Italia è scesa in campo e non dovremo sorprenderci se in futuro nella mani dei giocatori di tutto il mondo ci sarà un controller disegnato e progettato nel nostro Paese. La sfida ai colossi dell’alta tecnologia l’ha lanciata Pyramidea Gaming, società campana che da tempo produce, tra le altre cose, simulatori di guida, mouse e tastiere progettate per i gamer che fanno degli esports il proprio lavoro e passione, e che ha recentemente annunciato “Bolt” il primo controller ideato e disegnato in Italia.
L’idea di partenza è stata quella di perfezionare l’esperienza di gioco dei player e per centrare l’obiettivo il nuovo controller avrà funzionalità molto particolari, come la possibilità di selezionare il layout preferito (ovvero la simmetria degli analogici), la presa in resina, i grilletti ultraleggeri e quattro tasti sul retro completamente programmabili.
Di fatto questa serie di innovazioni permette a tutti i player di esports di trovare la presa del controller preferita, senza essere obbligati a giocare con gli analogici simmetrici o asimmetrci, scegliendo quale layout è più adatto al proprio stile di gioco. Anche i tasti direzionali presentano un modificatore magnetico, che si può mantenere o rimuovere durante le partite. Per tutti coloro che vivono il gioco in maniera competitiva la differenza è tanta.
Dalla Pyramidea Gaming intanto fanno sapere che il primo controller tutto italiano, Bolt, è già in pre-order anche se il lancio ufficiale è previsto per il 30 agosto e che sarà compatibile sia con PlayStation 5, anche se dalla Sony si aspettano maggiori aperture per le periferiche esterne, che con PlayStation 4 (cosa non da poco visto che la nuova consolle della Sony ancora non è stata facile da reperire sul mercato). Il mercato di riferimento non sarà solo quello italiano: la sfida ai colossi è stata lanciata e l’obiettivo è quello di esportare Bolt in tutto il mondo.
Articolo a cura di Claudio Zecchin