Il campionato NBA barcolla, ma non molla.
L’impennata dei casi di Coronavirus in tutto il mondo in questa coda di autunno non sta risparmiando neppure il campionato di pallacanestro più famoso e ricco del mondo.
I contagi fioccano, con ben 22 tra giocatori e allenatori sono finiti nel protocollo di sicurezza e 52 da inizio dicembre, diverse franchigie stanno avendo difficoltà anche a mettere a referto il numero minimo regolamentare di otto giocatori e in qualche caso anche ad allenarsi regolarmente, ma i vertici della Lega per il momento non pensano alla sospensione del torneo, limitandosi semmai a ridurre la capienza degli impianti, come accadrà per la sfida della notte italiana di domenica tra Raptors e Golden State Warriors (Scotiabank Arena al 50%).
Al contrario, la misura adottata è quella dell’inasprimento del protocollo anti Coronavirus, la cui adozione a inizio stagione era stata mal digerita da parte dei club e dell’opinione pubblica.
Come riportato da ESPN e The Athletic l’NBA, in accordo con l’associazione giocatori, ha deciso di aumentare i controlli e rendere più rigide le misure di sicurezza per le prossime settimane.
Tra il 26 dicembre e l’8 gennaio previsto l’utilizzo obbligatorio della mascherina in ogni momento, al centro di allenamento, in panchina durante le gare, negli spogliatoi e durante gli spostameenti, oltre all’effettuazione di tamponi nei match days.
Esentati dai tamponi coloro hanno già ricevuto la terza dose di vaccino da almeno 14 giorni e chi ha avuto il virus di recente.