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NBA, Minnesota spinge Durant e i Suns alla porta. Dallas piega i Clippers nel finale, Middleton non basta ai Bucks

Dopo LeBron (che stanotte riceve Jokic per gara 4), anche Durant è a un passo dall'eliminazione: Minnesota passa a Phoenix e va sul 3-0. Dallas ok

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

LeBron se la passa male, ma Kevin Durant non vuole essere da meno. È così anche i Phoenix Suns vedono lo spettro dell’eliminazione al primo turno praticamente manifestarsi davanti ai propri occhi: tutta colpa (o merito) di Minnesota, che vince fine troppo agevolmente anche la prima gara esterna della serie e ora avrà tre match point per evitare di andare a gara 7. Cosa che vorrebbe evitare di fare anche Dallas, che ha messo la freccia nella serie contro i Clippers (nervosi e poco precisi). Indiana invece mette spalle al muro Milwaukee, che senza Giannis si scopre assai più vulnerabile del previsto.

Minnesota da sballo: fischi per Durant e i tutti i Suns

A far rumore, come logica vuole, è la batosta casalinga rimediata dai Suns. Che entravano in gara 3 con la convinzione (oltre che la necessità) di rimettersi in carreggiata dopo le due sconfitte di Minneapolis. Proposito miseramente fallito in una serata nella quale i Wolves hanno fatto tutto alla perfezione, guidando nel punteggio sin dalla palla a due e trovando grazie ad Anthony Edwards (36 punti) la chiave per dominare tanto in difesa, quanto in attacco.

Phoenix è deragliata presto: ha faticato a ricucire all’intervallo lungo, poi è implosa nel parziale di 23-8 che ha praticamente chiuso le ostilità con un quarto d’ora d’anticipo. In Arizona nessuno si sarebbe aspettato un simile tracollo: Durant ne segna 25 ma non sono abbastanza, Booker (23) e Beal (28) si accendono solo quando non c’è modo di rientrare.

Nessuno ha mai rimontato in una serie nella quale è andato sotto 3-0 (è successo 151 volte), e mai Minnesota era stata avanti in modo così eclatante in tutta la sua storia. Per questo adesso vede lo striscione del traguardo: se LeBron piange, KD certo non ride.

Aria tesa a Dallas: Doncic e Irving si svegliano nel finale

Chi il sorriso l’ha perso è anche l’altra sponda di Los Angeles, perché i Clippers nella prima gara giocata a Dallas vanno a sbattere contro la consistenza della difesa dei Mavs, che sporca qualunque statistica offensiva degli avversari forzando ben 19 palle perse.

Il tutto in una serata decisamente complicata, con gli animi caldi (espulsi Westbrook e PJ Washington: RW chiude con un malinconico 1 alla voce punti segnati, tirando 0/7), ben cinque falli tecnico fischiati e la capacità del solito Doncic di volgere a proprio favore anche le contese più spinose. Alla fine lo sloveno, pur tirando maluccio, va a un solo assist dalla tripla doppia, con Irving bravo ad accendersi nei momenti chiave, sempre più perfetto Robin di Batman Luka.

I Clippers pagano le difficoltà evidenti di Kawhi Leonard, che si vede distante anni luce quanto non sia ancora quello che tutto il mondo ha conosciuto e apprezzato. Anche George incappa in una serataccia al tiro e il 101-90 finale suona come un nefasto presagio per Ty Lue, col solo Harden che prova ad accorciare.

Middleton non basta: Indiana mette la freccia sui Bucks

Chi invece i playoff ancora l’ha guardati soltanto dalla panchina è Giannis Antetokounmpo, che a Indianapolis assiste inerme alla seconda sconfitta dei Bucks, che adesso si ritrovano costretti a inseguire. Perché i Pacers hanno tante risorse a cui attingere a seconda del momento: se Siakam si prende una serata di relativa quiete, tocca ad Haliburton confezionare la tripla doppia con la quale dirimere la questione.

E sebbene litighi un po’ con il ferro (8/22) alla fine sono i suoi 18 punti a determinare la vittoria in volata all’overtime, dopo che Middleton (career high da 42 punti) aveva spedito la partita oltre il 48’ con un’insensata tripla da 10 metri a due secondi dalla sirena (azzardata la scelta di Carlisle di non fare fallo, con i suoi avanti di tre punti). Haliburton segna il gioco da tre punti col quale decide la contesa e mette i Bucks spalle al muro: Gallinari (mai utilizzato) e compagni sono sotto 2-1 e senza Giannis sanno che risalire sarà complicatissimo, tenuto conto anche che Lillard è acciaccato (28 punti, ma col fiatone).

Il programma: oggi 4 gare, nella notte Jokic va per lo sweep

Oggi arriva un super sabato: si parte alle 19 con Magic-Cavs, che ripartono con Cleveland avanti 2-1 nella serie (ma reduci da un pesante cappotto rimediato in gara 3). Alle 21,30 i Thunder proveranno a ipotecare il passaggio del turno andando a far visita ai Pelicans, sotto 2-0 nella serie.

A mezzanotte a Miami arriva Boston, che deve riscattare il passo falso di gara 2 (Heat ancora senza Butler, mentre Rozier dovrebbe farcela). Alle 2,30 a Los Angeles quarto atto anche di Lakers-Nuggets: con una vittoria Jokic realizzerebbe il secondo sweep di fila ai danni di LeBron e Davis, ottenendo anche la 12esima vittoria consecutiva nei confronti diretti. Quasi come un’ecatombe.

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