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Nikki Hiltz, la prima atleta genderfluid americana ai Mondiali di atletica

Mezzofondista, ha vinto i Trials Usa sui 1.500 e parteciperà alla competizione iridata di Budapest: in patria è considerata un simbolo della lotta della comunità LGBTQ+ 

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Nikki Hiltz, la prima atleta genderfluid americana ai Mondiali di atletica

Una pioniera dell’atletica a stelle e strisce e un simbolo della comunità LGBTQ+: parliamo di Nikki Hiltz, la prima atleta genderfluid – anzi atletə, considerato che si definisce non binaria – che correrà per gli Stati Uniti ai Mondiali di atletica.

Nikki Hiltz, genderfluid qualificatə per i Mondiali di atletica di Budapest

Con il crono di 4’03’’10 sui 1.500 metri Nikki Hiltz ha appena vinto i Trials Usa, qualificandosi per i prossimi Mondiali di Budapest, in programma dal 19 al 27 agosto. Hiltz, però, non è una sportiva qualunque: in Ungheria, infatti, diventerà la prima atletə genderfluid a partecipare alla competizione iridata sotto la bandiera degli Stati Uniti.

In realtà Hiltz ha già preso parte a un Mondiale, quello di Doha del 2019, ma all’epoca non aveva ancora manifestato apertamente la sua identità non binaria. La svolta nel 2021, con un post sui social che ha acceso i riflettori della stampa internazionale sulla sua storia.

Nikki Hiltz simbolo della comunità LGBTQ+

“Non mi identifico con il genere che mi è stato assegnato alla nascita: il termine che uso per descriverlo correttamente è non-binariə. E il miglior aggettivo che si può utilizzare per spiegarlo è fluid”, scrisse nel 2021 Nikki, che per definirsi utilizza la terza persona plurale. “Raccontarlo è difficile – ha continuato -, ma sarò per sempre convintə che vulnerabilità e percettibilità siano essenziali per stimolare l’inclusione e veri cambiamenti sociali”.

Con queste parole, Hiltz s’è trasformata anche in un simbolo per la comunità LGBTQ+, di cui è membro molto attivə: durante la pandemia di Covid-19 ha lanciato Pride 5k, una corsa a favore di The Trevor Project, un’organizzazione no-profit che si propone di prevenire i suicidi e fornire assistenti ai giovani membri della comunità LGBTQ+. E sarà interessante valutare come Hiltz verrà accolta in Ungheria, paese che da quando è in carica il governo Orban ha costantemente represso i diritti delle persone omosessuali e transessuali.

Nikki Hiltz: la differenza con Semenya per World Athletics

Attenzione a confondere la storia di Hiltz con quella di Caster Semenya. A differenza dell’atleta sudafricana, infatti, World Athletics non ha negato all’americanə la possibilità di correre insieme ad atlete donne perché il suo caso non è stato inserito nella lista degli atleti dsd, ovvero che manifestano “disordini di sviluppo sessuale”: nello scorso marzo, la federazione internazionale ha infatti vietato agli atleti maschi diventati donne (ciòe che abbiano attraversato la pubertà maschile prima di diventare donne) di prendere parte alle competizioni femminili.

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