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Djokovic vince la prima battaglia: revocato l'obbligo di espatrio

Il lungo lunedì del numero uno del tennis mondiale inizia con il piede giusto: revocata la sentenza che lo obbligava a lasciare l'Australia, Nole ha potato lasciare l'albergo nel quale era bloccato. Ma il Governo potrebbe ancora ribaltare la situazione.

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La lunga giornata di Novak Djokovic è iniziata nel verso giusto.

Per una delle leggende del tennis mondiale, infatti, la giornata di lunedì 10 gennaio 2022 sarà molto diversa dalle altre, in quanto sarà quella della decisione definitiva circa la sua partecipazione agli Australian Open, dopo il noto caso internazionale seguito all’obbligo di espatrio da Melbourne causato dal ritiro del visto per accedere al paese.

Caso Djokovic, revocato l’obbligo di espatrio

Nella prima mattinata europea, infatti, il giudice Anthony Kelly ha annullato l’obbligo di espatrio che Nole si era visto infliggere subito dopo il suo sbarco in Australia, quando il visto prima concesso, in virtù di una deroga che aveva permesso al serbo di entrare nel paese pur non essendosi sottoposto alla vaccinazione anti-Coronavirus.

“Decisione irragionevole” le parole che si leggono nella motivazione di Kelly.

Il numero 1 al mondo ha quindi per il momento ottenuto la prima, fondamentale vittoria. La “battaglia” per restare in Australia pur da non vaccinato e provare a difendere il titolo vinto nel 2021 non è ancora vinta, ma questo passaggio era indispensabile per Novak Djokovic per continuare a sperare.

Australian Open 2022, torna la speranza per Novak Djokovic

Djokovic dovrà quindi lasciare il Park Hotel dove era “detenuto” dopo la decisione dell’ufficiale dell Australian Border Force che aveva cancellato il visto di Novak Djokovic, e iniziare la preparazione per gli Australian Open, al via il prossimo 17 gennaio.

Il giudice Kelly si è pronunciato in anticipo rispetto alle previsioni, visto che la sentenza era attesa per le 10 ora italiana.

Il giudice ha disposto che a Djokovic venissero riconsegnati entro i 30 minuti successivi alla sentenza il passaporto e gli effetti personali: nella motivazione si legge che “se Djokovic avesse avuto più tempo per consultare i suoi legali, avrebbe risposto in maniera più chiara al Border Force”.

Caso Djokovic, il punto: il Governo australiano può ribaltare la sentenza

Come si diceva, tuttavia, Djokovic non può però ancora cantare vittoria.   

Il Governo centrale australiano potrebbe infatti ribaltare la decisione del giudice togliendo nuovamente il passaporto al campione serbo, ritenendo che la positività al Coronavirus dichiarata da Djokovic non sia condizione sufficiente per permettere al serbo di non sottoporsi al vaccino

“Non vi è alcun suggerimento che il ricorrente (Djokovic, ndr) abbia avuto una malattia grave acuta a dicembre, quando è risultato positivo”: questo è quanto si legge nella memoria scritta presentata dal ministro dell’interno Karen Andrews che ha sottolineato come i funzionari del Governo potrebbero annullare il visto per una seconda volta anche ora che la prima sentenza è stata favorevole al fuoriclasse serbo, perché “l’Australia, in quanto paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo Paese”.

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