Quel bronzo mondiale gli ha rischiarato l’estate, o forse l’annata, perché Benedetta Pilato inseguiva proprio una medaglia per dare un senso a una stagione altrimenti vissuta sempre con la sensazione di remare sempre contro qualcuno o qualcosa. Ma le sfide evidentemente non sono finite per la fuoriclasse tarantina, prossima a trasferirsi a Torino per inseguire il sogno a cinque cerchi: il terzo posto ottenuto nella finale dei 50 rana, gara nella quale Ruta Meilutyte gli ha portato via il record del mondo, a qualche fenomeno da tastiera (o del divano) ha fatto un po’ storcere il naso, come se l’oro dovesse rappresentare l’unico e solo metallo per il quale potesse valere la pena gareggiare.
Critiche spesso poco costruttive, formulate da gente in parte frustrata che non ha trovato di meglio da fare che attaccare la 18enne pugliese, rea di essersi fatta sfuggire una volta ancora quell’oro che ai mondiali non è mai arrivato, seppure da tre edizioni consecutive il podio è stata una costante (due argenti e un bronzo).
- La risposta di Benedetta
- "Cercate di commentare con educazione e criterio"
- La nuova vita a Torino della Pilato
- Sotto la Mole con Alessandro Miressi
La risposta di Benedetta
Benedetta ha soltanto 18 anni, ma ha anche una testa e soprattutto una lingua che, se deve essere usata, non resta certo appiccicata al palato. E ha consegnato al suo profilo Instagram una risposta piuttosto piccata nei confronti di chi ha accusato lei e i suoi compagni di avventura di aver mancato l’obiettivo per il quale si erano imbarcati sull’aereo che li ha portati in Giappone. “Mi è dispiaciuto tanto leggere determinati commenti in questi giorni”, ha scritto la Pilato.
“Cercate di commentare con educazione e criterio”
“A nessuno piace perdere e a tutti piace vincere. Sono la prima che non si è mai accontentata, ma denigrare così una medaglia (qualsiasi colore essa sia) mi sembra ridicolo. Mi dispiace che noi atleti, che conduciamo una vita piuttosto faticosa, dobbiamo costantemente essere giudicati da coloro che, dal divano di casa, guardando le nostre gare diventano immediatamente allenatori, commentatori ed esperti. I vostri commenti sicuramente non ci spaventano, essere paragonati ad altri nemmeno, cercate però di commentare con criterio, educazione e umiltà. Non gareggiamo per fare spettacolo, tenervi impegnati davanti alla tv e aspettare i vostri commenti”.
La nuova vita a Torino della Pilato
Al ritorno dal Sol Levante, Benedetta ha trovato un popolo che l’ha accolta alla stregua della campionessa che è. Taranto ha rappresentato il suo mondo per 18 lunghi anni e le lacrime mostrate in mondovisione al termine della finale dei 50 rana testimoniano anche la “sofferenza”nel sapere che quel mondo tra qualche settimana apparterrà alla sfera dei ricordi: la ranista azzurra ha infatti deciso di spostare il proprio quartier generale a Torino, e separarsi dopo 13 anni dal tecnico Vito D’Onghia.
Il quale, nell’elogiare una volta di più l’atleta per lo straordinario percorso fatto in questi anni, ha accusato senza mezzi termini la città di Taranto di aver abbandonato la sua campionessa, non essendo stata in grado di realizzare una vasca olimpionica che potesse consentirle di allenarsi senza problemi e senza dover ricorrere a faticosi spostamenti a Bari.
Sotto la Mole con Alessandro Miressi
A Torino l’atleta pugliese si allenerà presso il Centro Federale di Specializzazione del Nuoto con Antonio Satta, che è anche e soprattutto il tecnico di Alessandro Miressi. In più, avendo conseguito il diploma di maturità, si iscriverà a Biologia all’ateneo torinese.
Una scelta radicale, un cambio totale finalizzato unicamente a presentarsi tra un anno esatto a Parigi con tutte le intenzioni del caso di provare a riportare a casa una medaglia, qualunque sia il colore, e sfatare il tabù dei giochi olimpici dopo la delusione patita a Tokyo (venne squalificata per partenza irregolare nei 100 rana, l’unica gara del programma alla quale era iscritta). Con tanti saluti agli “haters da tastiera”, quelli abituati a godere di luce riflessa sulle “presunte” disgrazie altrui.