17 anni: una vera e propria odissea quella che ha vissuto Michele Padovano. L’ex attaccante della Juventus e del Napoli si è visto sconvolgere la vita e la carriera da un’accusa pesante e solo nella giornata di ieri è riuscito a chiarire finalmente la sua estraneità. L’ex calciatore è stato infatti assolto dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
- Michele Padovano: nel 2006 l’inizio dell’incubo
- Il giorno del riscatto è arrivato
- Padovano: “Non si può stravolgere la vita di una persona così”
Michele Padovano: nel 2006 l’inizio dell’incubo
Michele Padovano è finito nei guai con la giustizia nel 2006 con il calciatore che era stato accusato di aver finanziato un traffico di droga dalla Spagna all’Italia gestito dal suo amico di infanzia Luca Mosole. Quest’ultimo era stato condannato a 6 anni ed 8 mesi. La vicenda è ruotata intorno ad un prestito di 35mila euro che Padovano avrebbe fatto all’amico Luca Mosole, soldi che secondo l’accusa servivano per l’acquisto di droga quando in realtà erano finalizzati all’acquisto di un cavallo.
Il giorno del riscatto è arrivato
Un giorno atteso a lungo e giudicato dallo stesso Padovano come “il più importante della mia vita”. La sentenza definitiva sulla vicenda è stata pronunciata nella giornata di ieri quando la Corte di Appello di Torino ha assolto Padovano al termine del secondo processo d’Appello celebrato dopo la decisione della Cassazione di anellare la sentenza di condanna a 6 ai e 8 mesi di reclusione. Una lunga battaglia che ieri si è finalmente concluso con Padovano in lacrime: “16 anni fa un click ha speso la luce nella mia vita. Oggi il buio se ne è andato via, sono rimasto accecato, mi si è di nuovo scaldato il cuore e sono scoppiato a piangere. Ringrazio la giustizia, i miei avvocati, mia moglie, mio figlio e quanti hanno creduto in me”.
Padovano: “Non si può stravolgere la vita di una persona così”
Dopo la gioia di ieri, Michele Padovano è tornato a parlare della sua vicenda nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa:
“E’ il giorno del riscatto e della verità. Non si può lasciare in attesa una persona per tutto questo tempo e poi dire ci siamo sbagliati. La mia vita è stata stravolta. Nel maggio del 2006 ero il direttore generale dell’Alessandria in serie D. Avevo finito una cena al ristorante con amici quando tre volanti mi hanno bloccato davanti all’ospedale di Torino. Ho pensato che si trattasse di uno scherzo, poi per i modi e i tempi che si allungavano ho capito che non era così. Prima 10 giorni di isolamento nel carcere di Cuneo, poi tre mesi i quello di Bergamo”.