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Palermo, chi è Baldini: la figlia disabile, la macumba della fidanzata, il calcio a Di Carlo

La storia del tecnico rosanero che ha centrato la promozione in B, cadute e risalite di un anarchico della panchina

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Palermo, chi è Baldini: la figlia disabile, la macumba della fidanzata, il calcio a Di Carlo Fonte: Ansa

Per spiegare l’importanza del tempo nella scelta del pressing, Baldini fa vedere ai suoi Mandy Harvey, la ragazza americana sorda, che canta come un usignolo, scalza, per sentire le vibrazioni della musica attraverso il pavimento. “Io non insegno calcio, insegno vita. Sono nato povero. I miei sono i valori trasmessi da chi ha vissuto le guerre. Se non avessi mia moglie e i figli, sarei già tornato nei monti in Sicilia. Mi piace la vita del pastore. Le tue idee devono essere il tuo coraggio. Troppo facile avere coraggio con le idee degli altri. Qui, in questa vita, non siamo a dipingere un quadro. Noi siamo dentro il quadro”. Questo passaggio di un’intervista di qualche anno fa a Vanity Fair fa capire in parte chi è davvero Silvio Baldini, l’allenatore che ha portato il Palermo a ritrovare la serie B dopo lo spareggio vinto ieri col Pisa.

La prima vita di Baldini a Empoli: promozione e salvezza

Nasce tra i marmi di Carrara Silvio Baldini e di quella terra porterà sempre tutto con sé, quando il vento era a favore e quando era contro. I suoi primi successi importanti da allenatore arrivano a Empoli: porta i toscani in A e raggiunge anche la salvezza. Lo cercano tante squadre ma anziché rimanere in A sceglie il Palermo.

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Baldini e il primo flop al Palermo

Zamparini lo riempie di soldi. Ma è un errore, come ammise lui stesso: :”Un giorno torno a casa e le dico: “Ho ricevuto un’ offerta incredibile: tre anni a due miliardi l’anno”. Allora quella cifra la prendevano solo gli allenatori delle big. Abbiamo tre figli e niente alle spalle. A quel tempo eravamo sempre sotto in banca: quando ho iniziato ad allenare il Chievo avevo un rosso di 28 milioni. Ho accettato e da quel giorno ho smesso di essere un allenatore. Consapevole di ciò. Ho iniziato a controllare la Borsa o guardare il prezzo degli immobili; ho mollato la mia passione e ho raschiato il barile. Era più giusto finire in squadre come il Genoa, la Sampdoria o la Fiorentina, guadagnare meno, ma costruire. Invece ho perso”.

Lui è convinto all’epoca di essere uno stregone del pallone, in una conferenza urla ai giornalisti: “Ho promesso a mio padre che allenerò la Juve un giorno e ci riuscirò”. E con un pugno poderoso spacca un tavolo. Non sa che è invece l’inizio del declino.

Zamparini lo esonera sotto Natale, Baldini ha tre anni di contratto e decide di rimanere fermo prendendosi fino all’ultima lira. In mente, forse, gli tornano gli anni difficili in gioventù. A Il Fatto Quotidiano rivelò: “Per mantenerci mi svegliavo alle quattro del mattino, indossavo la muta, pescavo branzini e 70-80 chili di cozze; mia moglie tornava a prendermi alle 8, con la colazione, quindi mangiavo, portavamo a casa i molluschi, lei li puliva e la sera li vendevo ai ristoranti. Guadagnavo 80 mila lire al giorno. E poi affittavo gli ombrelloni alla spiaggia pubblica, mille lire al giorno. Alla fine della stagione racimolavo 10 milioni che mi servivano per l’inverno. Avevo addosso una cattiveria unica. Una cattiveria sana. Mai stato con i più forti. Io sono un anarchico”.

Il ritorno a Catania e il calcione a Di Carlo

Nel calcio che conta torna nel Catania nel 2007-2008 ma non è più la stessa persona. E’ la prima giornata di campionato di Serie A, i rossazzurri affrontano la delicata trasferta di Parma al Tardini. Baldini è agitato, troppo. L’arbitro lo redarguisce, lui si innervosisce ancor di più. L’allenatore dei padroni di casa, Mimmo Di Carlo, si avvicina alla panchina etnea mentre Baldini dà indicazioni ai suoi. Tra i due scattano scintille, volano parole grosse. Poi Di Carlo si gira, Baldini lo insegue, sferrandogli un gran calcio nel sedere. Squalifica di un mese, 15.000 euro di multa, scandalo in tv. Ma per Baldini, in realtà, le conseguenze sono disastrose: da allora pochissime società riescono a dargli fiducia, il declino del tecnico nativo di Massa inizia con una stagione in B con l’Empoli, qualche presenza in panchina con il Vicenza, poi il buio.

Baldini e la maledizione della fidanzata brasiliana

Ma la storia di Baldini non è fatta solo di calcio. Rewind. Si torna a 40 anni prima. A Rosy, la sua fidanzata brasiliana. A Giancarlo Dotto per Vanity Fair raccontava. “L’avevo conosciuta in un night. Rimane incinta. Dovevo sposarla. Tutto già combinato. Tre giorni prima, sento una voce dentro che mi dice: non farlo. Stavo in bisca. Alle tre di notte arriva un amico con mia mamma: la Rosi all’ospedale s’è tagliata le vene. Rosy abortisce a Napoli e torna in Brasile. Sparisce. Conosco Paola, dieci mesi dopo decido di sposarla. Alla vigilia del matrimonio, mi chiama Rosy. Non sapeva del mio matrimonio. “Spero che tu possa soffrire quello che ho sofferto io”, mi maledice. Mia moglie rimane incinta. Le ecografie sono tutte regolari, ma io le dico. “C’è qualcosa che non va per il verso giusto…me lo sento”.

Baldini e la figlia disabile, una storia dramamtica

“Valentina nasce con venti giorni di ritardo. Ha rischiato di morire nella pancia della madre. È una bimba disabile. Doveva campare 6 mesi, oggi ha 35 anni. Disabile al cento per cento. Non parla. Non può stare in piedi. Lo sapevo. L’ho sentito. E sai perché? Ho sempre saputo cos’è il male. Quel bambino avrebbe dovuto nascere, ho tolto a quella ragazza la felicità diventare mamma, ho fatto vincere il mio egoismo e sono stato punito”.

La rinascita di Baldini allenando gratis la Carrarese

La carriera di Baldini riparte da zero. Dopo sei anni senza panchine accetta la Carrarese, lui accetta ma solo se può lavorare gratis. Spiegherà: “Il calcio è ormai infestato di dirigenti che, a mio avviso, nella maggior parte dei casi sono incompetenti e pensano solo al proprio tornaconto. Di avere a che fare con certe persone mi ero stancato, così ho deciso di fare una scelta radicale. Siccome mi era arrivata una chiamata dalla squadra della città vicina a dove vivo, ho proposto alla presidenza di allenare gratis a patto che venissi messo nelle condizioni di essere libero, cioè di non avere a che fare con dirigenti e di rispondere del mio operato solo a me stesso”.

Tra i suoi boschi e i suoi monti ritrova l’essenza stessa di sé, si rigenera. E’ pronto a ripartire e a dicembre dello scorso anno accetta la panchina del Palermo in serie C. Diciotto anni dopo il flop della sua prima avventura in Sicilia. Arriva ai playoff, vince la sfida, riporta i rosanero in B. Il karma l’ha pagato, il cerchio si chiude, Silvio Baldini è tornato ad essere un allenatore vincente.

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