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Palio di Siena 2023 l'egemonia di Tittia non piace proprio a tutti

Cinque palii vinti consecutivi, dieci in totale su 36 corsi e tre cappotti: Giovanni Atzeni è diventato ormai il fantino di riferimento in piazza del Campo ma c'è chi recrimina

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Cinque palii vinti consecutivi, dieci in totale su 36 corsi, con tre cappotti (la doppietta di vittorie luglio-agosto) già in bacheca e un quarto possibile a stretto giro di posta: i numeri non mentono e spiegano meglio di qualunque altro dato quanto Giovanni Atzeni detto Tittia sia diventato ormai il fantino di riferimento in piazza del Campo.

La sua somiglia sempre più a una vera e propria dittatura: mai nella storia si era assistito a un filotto di cinque vittorie di fila, nemmeno ai tempi dei plurivincitori Gobbo Saragiolo (Francesco Santini, dominatore a metà dell’800) e Bastiancino (Mattia Mancini, grande protagonista dei palii del ‘700), entrambi primatisti di vittorie al Palio con 15 successi a testa.

Un record che potrebbe presto vacillare, pensando alla voracità con la quale Tittia riesce a far sua ogni carriera. La vittoria ottenuta con Violenta da Clodia ha tenuto fede ai pronostici della vigilia, per quanto un Palio sfugga spesso e volentieri a qualsiasi previsione. Ma contro questa accoppiata solo l’imponderabile avrebbe potuto impedire un successo che in tanti davano per scontato.

La Torre recrimina per un trattamento di favore

Atzeni, classe 1985, nato in Germania da padre sardo e mamma tedesca, ha saputo interpretare al meglio ogni singolo aspetto di una mossa rivelatasi lunga (la Chiocciola, che partiva di rincorsa, ha cercato di individuare il momento propizio per evitare che la rivale in piazza, cioè la Tartuca, potesse trarne un vantaggio) e che come consuetudine ha lasciato qualche strascico polemico.

Tittia ad esempio è stato accusato di aver ricevuto un trattamento “di favore” dal mossiere Bartolo Ambrosione, che non ha mai richiamato il fantino della Selva, nemmeno quando Violenta da Clodia si è messa di traverso, innervosita dal prolungarsi della mossa.

Accuse per lo più arrivate dai contradaioli della Torre, che con Zio Frac qualche velleità di vittoria la nutrivano (è il cavallo che Tittia portò alla vittoria con il Drago il 2 luglio 2022): l’ordine di estrazione al canape ha posto i due cavalli affiancati in seconda e terza posizione, e Gingillo (fantino della Torre) in più di una circostanza è arretrato rispetto al canape, lamentando di non avere lo spazio sufficiente per allinearsi, poiché chiuso dal posizionamento non corretto di Violenta da Clodia.

Il mossiere ha richiamato per due volte il fantino della Torre a riprendere il proprio posto, mentre nessun richiamo è stato rivolto a Tittia. E qualcuno c’ha ricamato sopra, a voler insinuare una sorta di “sudditanza” nei confronti del plurivincitore degli ultimi anni.

Tittia voleva solo Violenta da Clodia

Invero già nei giorni precedenti alla carriera qualche critica s’era udita, soprattutto riferita alla scelta del lotto dei 10 cavalli effettuata dai capitani delle contrade. Un lotto ritenuto troppo “comodo” per assecondare l’ambizione di Atzeni di puntare al decimo Palio, composto da un cavallo che si sapeva essere superiore alla concorrenza (Violenta da Clodia), un paio soltanto in grado di insidiarlo (Zio Frac e Viso d’Angelo) e altri sette oggettivamente inferiori o quantomeno tutti da scoprire, vuoi per inesperienza (tre esordienti assoluti), vuoi per mezzi tecnici limitati.

Tittia, avendo ottimi rapporti con molte contrade (lui stesso aveva dichiarato di essere in contatto con 8 delle 10 presenti in piazza), aveva chiaramente fatto capire di voler montare solo e soltanto Violenta da Clodia: la sorte l’ha abbinata alla Selva, e puntuale l’accoppiata s’è rivelata vincente.

Cosa che ha finito per fare felici i selvaioli ma che ha chiaramente scontentato gran parte delle altre contrade, oggi “preoccupate” di ritrovarsi a fare i conti con un fantino la cui egemonia appare complessa da arginare. Atzeni ha tirato dritto, senza curarsi troppo delle lamentele altrui. “Dicono che io sia un cannibale? Forse qualcuno dovrebbe impegnarsi di più”, ha commentato al termine della carriera. Come se essere bravo e forte debba diventare giocoforza una colpa.

Il lotto di agosto e il Palio di onore dell’Assunta

Un primo riscontro potrebbe arrivare già il prossimo 16 agosto, quando si disputerà il Palio di onore dell’Assunta. E la scelta del lotto dei 10 cavalli assumerà un’importanza capitale per dare voce a chi ritiene che il “potere” di fantini e proprietari sia sconfinato oltre ogni limite, di fatto “obbligando” i capitani di contrada a scendere a patti e accettare di avere un solo cavallo vincente, auspicando che la sorte lo abbini ai propri colori.

Sono soprattutto le contrade che non vincono da più tempo (l’Aquila attende dal 1992, il Nicchio dal 1998 e la Chiocciola dal 1999) ad avere interesse di pescare il cavallo giusto e avere l’opportunità di interrompere il lungo digiuno, anziché affidarsi a un lotto con più punte che potrebbe rivelarsi meno “sicuro”. Tra queste però ad agosto solo l’Aquila ha la certezza di correre, assieme a Bruco, Drago, Istrice, Oca, Pantera e Torre, cui si aggiungeranno altre tre contrade estratte a sorte il prossimo 9 luglio tra Chiocciola, Giraffa, Leocorno, Lupa, Onda, Selva, Tartuca, Nicchio e Valdimontone (la Civetta, se estratta, dovrà scontare un Palio di squalifica).

Palio di Siena 2023 l'egemonia di Tittia non piace proprio a tutti Fonte: Getty Images

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