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Parigi 2024, Clemente Russo: Servirebbe categoria boxe transgender, so perchè ci hanno derubato ai Giochi ESCLUSIVA

Il vicecampione olimpico a Pechino 2008 e a Londra 2012 confida nell'impresa della Carini contro l'algerina Imane Khelif, al centro di varie polemiche

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

“Bisogna creare una nuova categoria, dopo la boxe per uomini e quella per donne serve anche quella transgender”. La soluzione che non c’era la trova Clemente Russo. L’ex pugile, vicecampione olimpico a Pechino 2008 e a Londra 2012, entra con tatto ma anche con le idee chiare sulla polemica legata alla partecipazione alle Olimpiadi dell’algerina Imane Khelif, esclusa dal Campionato del Mondo l’anno scorso a causa di un livello di testosterone troppo alto ed ammessa a partecipare a Parigi 2024 dal Cio. Non è accertato, almeno per quanto si capisce dai documenti depositati al Cio, che l’algerina abbia cambiato sesso, quindi non è corretto definirla transgender, ma ha differenze dello sviluppo sessuale ed affronterà oggi la 25enne napoletana Angela Carini. Tatanka, cioè il bisonte (in lingua Sioux), come veniva chiamato perché sul ring «spesso dimentica di essere un pugile, abbassa la testa, porta il naso all’ altezza del petto, la fronte bassa e giù a picchiare alla cieca» dice la sua in esclusiva a Virgilio sport.

Tatanka, che idea si è fatto di questa vicenda?
“Ci sono due fattori importanti da seguire, il primo è la fisiologia del corpo umano, l’uomo produce testosterone e quindi in questo caso non si combatte ad armi pari, il secondo fattore è quello etico. Se sui documenti risulta donna deve aver diritto a combattere ma con chi? Non con le donne, nè con gli uomini, però ha diritto a salire sul ring. Ecco perché servirebbe, e non solo nella boxe ma in tutti gli sport, una categoria per transgender”.

Per la Carini è un problema in più
“Conosco benissimo Angela e so che sarà concentratissima, avrà studiato l’avversaria, la conosce e sa come batterla ma sicuramente queste polemiche non l’hanno aiutata. Bisogna capire la legge olimpica, per il Coni l’algerina non avrebbe potuto gareggiare ma se il Cio l’ha ammessa c’è poco da protestare, io però sono ottimista sulla vittoria della Carini”

A proposito di proteste, ha visto cosa sta succedendo con gli arbitri contro l’Italia?
“Sto seguendo tutto ogni giorno, leggo e vedo le gare in tv, sono informatissimo e dico che ci hanno trattato male non solo nella boxe ma in tutti gli sport”.

Come se lo spiega?
“Posso darmi una spiegazione per la boxe ma per judo e scherma davvero non capisco”

Quale sarebbe il motivo dell’accanimento con gli atleti azzurri del pugilato?
“Questioni politiche, la rottura tra Iba e Cio, per questo ci hanno penalizzato secondo me ma cosa c’entrano scherma e judo?”

Secondo la Pierantozzi l’Italia fa paura perchè è forte, così scattano invidia ed antipatia
“E’ una chiave di lettura interessante, anche io l’ho vissuto sulla mia pelle. Ero forte, ero bello, vincevo tanto e allora facevano di tutto per farmi perdere. Poi i francesi si sa che non ci amano molto…”.

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