Vincitore dell’edizione 2021, il nostro Sonny Colbrelli non parteciperà alla Parigi-Roubaix di quest’anno a causa di recenti problemi di natura cardiaca. Vittima di un arresto cardiaco il 22 settembre, appena dopo l’arrivo di una tappa della Volta Catalunya, l’italiano ora vive con uno stimoltore sottocutaneo che non gli permetterà di correre in questa edizione.
Alla Gazzetta dello Sport, Colbrelli racconta le sue sensazioni alla vigilia della corsa:
“Tutti mi chiedono come mi sento, sono contento, stò con il mio bimbo. Mi sento fortunato. Molto fortunato. Non sono parole di facciata. Sono abbastanza rilassato e consapevole. Beh, tutti sappiamo che in questo mondo siamo di passaggio. Ci pensiamo raramente, soprattutto se abbiamo una vita piena come quella dei ciclisti. Nel momento in cui mi sono risvegliato in ospedale ho fatto fatica a capire cosa era accaduto: difficile da credere e accettare. Inizialmente ero infuriato con il mondo intero. “Perché a me? Cosa ho fatto di male per avere questo?”. Quelli sono stati i momenti peggiori. Piano piano però ho guardato l’altra faccia della medaglia ed è andata molto meglio. Ero vivo tanto per iniziare. Non mi fermerò mai di ringraziare i medici, la famiglia e la squadra (Bahrain Victorious, ndr). Sono stati meravigliosi, non mi hanno lasciato solo neanche un momento, confortandomi”.
Nonostante il brutto incidente e l’incertezza sul futuro, Colbrelli non si sente ancora un corridore in pensione:
“Ci sarà il momento delle le valutazioni, poi decideremo. Ho letto moltissime cose non vere sul mio conto… Mi sento bene e mi sto godendo ogni istante. Figli e moglie prima di tutto. Tiro avanti, guardarmi indietro è inutile. Nel mio futuro vedo speranza. Se guarderò la Roubaix? Ho sentito la voce che gli organizzatori mi avrebbero invitato ma non è arrivato nulla di ufficiale alla squadra. Non sarei andato comunque. Non mi sento ancora un ex corridore… La guarderò in tv come ho fatto con tutte le altre gare di questo periodo. Nostalgia? Moltissima, osservare i compagni gareggiare mi fa venire una voglia… Risalito in bici? No, aspettiamo più avanti. Al massimo aiuto i miei figli fuori casa… Gli ho mostrato pure la replica della Roubaix. Ridono molto quando mi butto a terra dopo l’arrivo “Papà sei caduto, devi stare attento”. E poi: “Ma eri tutto sporco di fango, allora anche noi possiamo andare nelle pozzanghere…”. Non saprei dure se sia più pesante una Milano-Sanremo oppure un fine settimana appresso ai bambini… Cosa mi è rimasto? Il grande affetto della gente. Non so quanti messaggi mi siano arrivati. E mi scuso se ho dimenticato di rispondere a qualcuno. Non a Jacobs: mi ha dato forza scrivendomi poche ore prima dell’oro ai Mondiali indoor…”.