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Paura per il campione olimpico: due operazioni al polmone

Giorni di apprensione per il fiorettista Garozzo: "E' stato veramente tremendo"

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Paura per il campione olimpico: due operazioni al polmone Fonte: 123RF

Il peggio è alle spalle per Daniele Garozzo, ma l’oro olimpico del fioretto ha vissuto un incubo negli scorsi giorni. L’atleta ha sofferto di uno pneumotorace serio durante un allenamento ed è stato costretto a operarsi due volte in appena dieci giorni.

Garozzo ha raccontato quanto successo alla Gazzetta dello Sport: lo scorso 10 ottobre, durante un allenamento, si è sentito affaticato e col fiato corto. In ospedale gli hanno diagnosticato un polmone collassato per via di una bolla d’aria.

“Il 10 ottobre scorso ero in palestra, mi sentivo strano. Dopo ogni assalto ero affaticato, troppo più del solito. Ero affannato, con il respiro corto. Ho detto ragazzi, qui c’è qualcosa che non va, me ne torno a casa e mi faccio una doccia. Solo che stavo sempre peggio, sono andato nello studio di radiologia dove lavora il papà di Camilla Mancini e la radiologa dopo aver visto l’esito mi ha detto: non so come fai a stare in piedi”.

“Avevo il polmone destro collassato per un pneumotorace. Quando me lo hanno detto mi è venuto un colpo, studio medicina e so cosa vuol dire. Di solito viene per un colpo, ma a me ne è capitato uno spontaneo primario, si è formata una bolla di aria nel polmone, che è collassato. Capita ad una persona su 250mila. Mi hanno portato subito all’Ospedale di Tor Vergata, mi hanno messo un tubo di drenaggio, un tubo che fa veramente male”.

Garozzo ha dovuto subire una seconda operazione appena 10 giorni dopo: “Purtroppo nella tac di controllo sono risultate altre bolle. Tramite Diana Bianchedi ho contattato il dottor Crucitti, un chirurgo toracico. Mi ha detto che c’era un rischio di recidiva del 25% nei prossimi due anni. Con l’impegno d’atleta e tutti i viaggi che faccio diventava rischioso. Così venerdì mi ha fatto una bullectomia, mi ha rimosso un pezzo di polmone grande un po’ di più di un’unghia e un po’ di pleura. Ora per dieci giorni posso fare una camminata la mattina e una la sera, poi c’è il primo controllo, tolgo i punti e vedremo. Ora riprendo? Vorrei tornare per Torino (inizio dicembre), ma non voglio farmi prendere dalla fretta. Ho passato davvero momenti brutti, anche tornare a casa dall’ospedale con mia mamma in auto mi ha distrutto. Ora sono ancora un po’ debilitato, però sono felice, è stato veramente tremendo, ma il peggio è alle spalle. Il medico mi ha solo detto di avere pazienza”.

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