Il suo bronzo ha arricchito un medagliere che, nonostante e con il susseguirsi di notizie sempre più devastanti, evidenzia la capacità di reazione e resilienza del popolo ucraino davanti alla tragedia che ciascun atleta, intimamente, sta affrontando a Pechino 2022.
Ciascuna con le proprie perdite, ciascuna con il proprio tributo di desolazione e fiera opposizione: il bronzo di Dmytro Suiarko, che martedì si è piazzato terzo, ha emozionato e inorgoglito il team Ucraina che sta forse realizzando obiettivi impensabili alla vigilia di questa edizione delle Paralimpiadi. Una medaglia speciale, la sua, giunta il giorno successiva alla distruzione della sua casa.
- Paralimpiadi: Suiarko bronzo dopo i bombardamenti sulla sua casa
- Le prime parole di Dmytro Suiarko per l'Ucraina
- Il dramma di Anastasiia Laletina
- La reazione dell'Ucraina alle Paralimpiadi
- Chi è Dmytro Suiarko
- La situazione in Ucraina: vittime e sfollati
Paralimpiadi: Suiarko bronzo dopo i bombardamenti sulla sua casa
“Sono felice, ma conosci la situazione in Ucraina”, ha detto Suiarko tramite l’Olympic Information Service. “Nel biathlon è necessaria una concentrazione molto forte e mi sono perso due volte perché ieri la casa in cui vivo è stata bombardata e distrutta”, il secco ma indispensabile quadro della situazione vissuta dall’atleta ucraino.
Suiarko, il giorno prima della gara paralimpica che ha chiuso terzo, aveva appreso che i bombardamenti sulla città ucraina di Chernihiv a circa 90 miglia a nord di Kiev, è stato preceduto sul podio da Vitalii Lukianenko e Anatolli Kovalevskyi, che hanno vinto rispettivamente l’oro e l’argento. Poca cosa, considerata la drammaticità della notizia e la dimostrazione di vigore, forza dimostrata dal biathleta.
Le prime parole di Dmytro Suiarko per l’Ucraina
“Sono molto felice, ma non al 100% perché nel mio paese c’è una situazione molto grande e voglio la pace per l’Ucraina”, ha aggiunto il campione ucraino che ha affrontato una condizione stressante, indubbiamente, e che condivide con i colleghi del team ucraino presente a Pechino 2022.
Alla vigilia di questa edizione dei Giochi Paralimpici, quanto sta avvenendo in Ucraina poteva essere immaginato, quasi ipotizzato ma non con la violenza della devastazione a cui si assiste. E che gli stessi atleti non poteva figurarsi, prima di partire per Pechino.
Il dramma di Anastasiia Laletina
In questo clima di indubbia apprensione e ansia, la 19enne Anastasiia Laletina ha appreso della cattura da parte dei soldati russi di suo padre, e ha deciso di non partecipare alla gara di mezzofondo di biathlon. A confermare quanto accaduto all’atleta ucraina, la portavoce della squadra.
“Suo padre è un soldato dell’esercito ucraino ed (è stato fatto) prigioniero dai soldati russi. Lo hanno picchiato”, ha detto Nataliia Harach, portavoce ufficiale in una dichiarazione raccolta e ripresa da USA Today e che vi abbiamo riferito.
La reazione dell’Ucraina alle Paralimpiadi
Nonostante il conflitto in corso, l’Ucraina sta ottenendo buoni risultati alle Paralimpiadi di Pechino del 2022. L’ Ucraina è attualmente seconda nel conteggio delle medaglie complessive , con sei ori e 19 medaglie totali, solo dietro la Cina con 10 ori e 31 medaglie totali. Il Canada è l’unica altra squadra con più medaglie d’oro (sette) dell’Ucraina.
Chi è Dmytro Suiarko
Dmytro Suiarko è nato a il 22 ottobre 1996 e ha esordito formalmente a 16 anni, quando ha intrapreso il biathlon e poi lo sci nordico per approdare poi a un debutto internazionale nel 2014. Ha sempre indossato la divisa dell’Ucraina ed è in rappresentanza anche del suo Paese che ha conquistato questo bronzo a Pechino 2022.
Ipovedente, Dmytro ha trovato nella sua città l’ambiente ideale per la preparazione alle gare e alla competizione paralimpica. Ama molto il calcio, i video games e trascorrere tempo a contatto con la natura, secondo quanto riporta la sua scheda sul sito del Comitato Paralimpico.
La situazione in Ucraina: vittime e sfollati
Quanto stanno costruendo a pechino, gli atleti ucraini è più che straordinario: è una lezione di sport e di umanità, nonostante quanto stiano affrontando a chilometri di distanza dalle loro case, dalle loro famiglie.
Il numero delle vittime civili, compresi i bambini, è abnorme: nell’ultimo bilancio ufficiale diffuso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite sono almeno 516 i civili sono rimasti uccisi e altri 908 feriti. I profughi ammontano, secondo l’ultimo rapporto ONU, a più di un milione e mezzo di ucraini.
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