Questa notte, la Luna Rossa sfiderà l’American Magic nella semifinale di Prada Cup. Il programma prevede 4 vittorie al meglio di 7 regate da venerdì a martedì 2 febbraio. Pietro Sibello, il regolatore della vela principale di Luna Rossa, si è raccontato in un’intervista riportata da La Gazzetta dello Sport:
Come l’ha aiutata la sua esperienza olimpica sui 49ers in questi monoscafi volanti?
“Tanto. La tipologia di regate è molto simile: bisogna prendere le decisioni velocemente e essere rapidissimi nell’esecuzione delle manovre, portando la barca sempre al massimo. Inoltre anche le sensazioni sull’AC75 hanno delle grandi analogie con quelle sul 49er”.
Ripensa spesso alla medal race di Qingdao (quando i fratelli Sibello furono beffati, terzi al traguardo poi vennero posizionati al 4° posto dopo il ricorso dei danesi)? Cosa le ha tolto nella tua carriera quella regata, oltre a una medaglia che dopo il traguardo sembrava vostra?
“Fino a qualche anno fa ci pensavo spesso. È stata un’esperienza che mi ha arricchito e mi ha dato la consapevolezza di essere in grado di poter raggiungere obiettivi importanti. Ha dato la forza, sia a me che a mio fratello, di tornare a regatare sul 49er ancora più forti. Anche questa è stata una bella lezione. E adesso sono qui e devo raccoglierne i frutti”.
È l’unico dell’equipaggio che passa da una parte all’altra della barca (a ogni virata o strambata) spesso in momenti concitati. C’è mai un momento di tensione nell’operazione?
“Ovviamente ci sono momenti di tensione. Bisogna sempre scegliere il momento giusto per passare da una parte all’altra, assicurandosi di non essere mai in ritardo. Nella transizione, mentre io sto passando sull’altro bordo, qualcuno deve prendere il controllo della randa, normalmente sono i due timonieri. In questa operazione è importante avere la giusta comunicazione e fare tutto nel momento giusto e con la velocità adeguata”.
Velista con il joystick: se glielo lo avessero detto 10 anni fa ci avrebbe creduto?
“Se me lo avessero detto dieci anni fa forse non ci avrei creduto, ma questo è anche il risultato di una evoluzione. Adesso mi sembra una cosa abbastanza normale. La doppia randa ha molte funzioni da regolare e molti comandi, quindi è l’unico modo per avere tutto sotto controllo. Non si tratta di un vero e proprio joystick, ma di uno strumento con più bottoni da dover utilizzare allo stesso tempo”.
Ci racconti tecnicamente cosa fa e con che tempi.
“Controllo le regolazioni della randa, da quelle principali, come la scotta randa, il carrello, il cunningham, la base e anche la rotazione dell’albero, a quelle più specifiche. Normalmente le regolazioni vengono gestite da me, ma posso anche delegare. Questa possibilità è molto importante perché mi consente di avere un occhio sul campo di regata e sui numeri della barca”.
È anche quello che può dare un occhio tattico alla regata.
“Quello che cerco di fare, visto che abbiamo due timonieri che sono anche tattici è fare un po’ il ruolo dello stratega. In pratica quello che si guarda intorno per fotografare la situazione del campo di regata, più che altro per quello che riguarda il vento, e comunicarla ai timonieri. È un sistema che stiamo migliorando sempre di più, ogni volta che scendiamo in acqua”.
La rabbia/delusione dopo la sconfitta con gli inglesi come la riversate in acqua con American Magic?
“Il giorno dopo, al mattino presto, eravamo già in acqua ad allenarci. Questo è la dimostrazione che il team ha la voglia e la forza di ripartire subito per affrontare il prossimo obiettivo che è quello di battere gli americani in semifinale”.
Come vedete questa semifinale con gli americani?
“ In questa Coppa ci ha insegnato che ogni regata è imprevedibile. Le regate saranno difficili, come tutte, e noi dobbiamo assolutamente dare il massimo. Non dobbiamo lasciare nessuna porta aperta perché loro, dopo questa disavventura, ritorneranno sicuramente forti”.