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Inchiesta Prisma, il processo Juve potrebbe fermarsi. Si scatenano i social

All'udienza preliminare per l'inchiesta Prisma i legali della Juventus potrebbero chiedere al Gup il rinvio in Cassazione, ecco perché. Intanto sui social arrivano i commenti

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Ci potrebbe essere un nuovo cambio di fronte nel tormentato e dibattuto (per ora più nell’opinione pubblica che nelle aule di tribunali) processo alla Juventus legato all’inchiesta Prisma. Come riporta infatti l’Ansa, esiste l’eventualità di uno stop per una questione che a seconda dei punti di vista può sembrare o un cavillo o una legittima richiesta.

La richiesta dei legali della Juve nell’udienza preliminare

Partiamo da una data, ovvero lunedì 27 marzo, in cui si aprirà a Torino l’udienza preliminare del processo penale legato all’inchiesta che vede coinvolto il club bianconero. Qui potrebbe esserci una svolta, come abbiamo anticipato: durante il dibattimento della prima tappa del processo, infatti, il Gup Marco Picco, oltre a decidere il rinvio o meno a giudizio del club e dei 12 tra dirigenti ed ex tesserati, sarà chiamato a pronunciarsi in merito alla competenza territoriale. Qui i legali della Juve potrebbero avanzare una questione di competenza territoriale, chiedendo lo spostamento della fase processuale o a Roma, o a Milano.

Perché il processo potrebbe trasferirsi

Il perché è preso detto: tra i vari capi d’accusa che riguardano la società c’è anche l’aggiotaggio. Questa ipotesi di reato deriva dai casi di presunte plusvalenze fittizie e dalla famigerata manovra stipendi, che ricordiamo riguarda la riduzione di quattro mensilità degli stipendi dei calciatori nella fase di massima gravità della pandemia (era il 2020), e che avrebbe generato nel bilancio 2019/2020 del club un beneficio pari a 90 milioni di euro.

L’inchiesta Prisma però ipotizza, stando alle intercettazioni e dalle indagini, che quegli stipendi non percepiti in realtà sarebbero stati successivamente corrisposti, in diverse tranche, agli stessi giocatori. Altro dettaglio: la Juventus è attualmente l’unico club italiano quotato in Borsa, e proprio la comunicazione dell’accordo tra società e tesserati sulle mensilità da non pattuire avrebbe generato il lunedì successivo all’annuncio un guadagno nei mercati, con il titolo salito a quota 5,07%. Per la Procura si tratterebbe quindi di false comunicazioni al mercato.

Si blocca il processo alla Juve?

Quindi, tornando alla richiesta dei legali bianconeri, dal momento che l’aggiotaggio è come dicevamo uno dei capi di accusa, la richiesta di spostare altrove il processo è legata a questo fattore: a Roma, dove hanno sede i server di Piazza Affari, oppure a Milano dove c’è direttamente la Borsa. Sullo sfondo la possibilità che questa decisione sul trasloco del dibattimento possa allungare i tempi del processo, giacché il Gup – a norma da quanto previsto dalla riforma Cartabia di recente entrata in vigore – potrebbe interpellare la Cassazione per stabilire il da farsi, riunendosi in Camera di Consiglio (la richiesta potrebbe essere anche respinta perché giudicata infondata, per dovere di cronaca).

Le reazioni social

La cosa ha scatenato ovviamente una serie di reazioni sui social, con tifosi, utenti e commentatori vari che si sono sbizzarriti. Non mancano polemiche sul processo ma anche sfottò: “Dopo aver affermato la malafede di Santoriello, come minimo devono spostare processo a Milano dove c’è la Borsa e quindi procura con maggior competenza sul caso… In un paese normale e di diritto, invece, ci sarebbe direttamente la sentenza del Gup a non procedere a giudizio”, “Finisce il campionato e non si sa neanche quale sarà la classifica. Tipico processo all’italiana [anche se qui parliamo di processo penale, e non sportivo, ndr]”, “Io farei ricorso al tribunale dell’ASL…non si sa mai”, “Prima la carta segreta, ora vogliono spostare a Milano, la prossima quale sarà?”.

E infine, un utente twitta: “La richiesta è palesemente infondata ma siamo in Italia pertanto se venisse interpellata in merito la Cassazione il rischio della prescrizione si fa concreto e la difesa della Juventus segnerebbe un gol decisivo. Aspettiamoci di tutto”.

La Juventus bolla gli ultimi atti della Procura come “irrilevanti”

Intanto oggi la Juventus ha presentato i dati economico-finanziari relativi al primo semestre della stagione 2022-2023, e in cui risulta un bilancio in rosso di 30 milioni di euro (una perdita contenuta se confrontata al primo semestre 2021-2022, la cui riduzione deriva dai ricavi in crescita e dai tagli sui costi).

Nel comunicato agli azionisti il club ha avuto modo anche di commentare gli ultimi risvolti dell’inchiesta Prisma, di cui vi riportiamo qualche stralcio: “In data 27 febbraio e in data 21 marzo 2023 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino ha effettuato il deposito di ulteriori atti di indagine relativi al procedimento penale che interessa la Juventus. La società ha provveduto ad analizzare tale documentazione con il supporto dei propri consulenti legali e contabili, anche al fine di verificare la presenza di documenti idonei a determinare, anche solo potenzialmente, effetti contabili sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria al 31 dicembre 2022 e/o sui dati comparativi del periodo precedente”.

“I consulenti – prosegue il comunicato -, a esito delle proprie analisi su tali documenti, ne hanno accertato la radicale irrilevanza ed inesistenza sotto il profilo giuridico, sia per l’ordinamento sportivo che per quello statuale. Pertanto, sotto il profilo contabile, i suddetti documenti non rappresentano ‘contratti’ ai sensi del principio contabile IFRS 15, poiché il principio citato attribuisce rilevanza contabile esclusivamente a quegli accordi che sono idonei a generare diritti e obbligazioni esigibili tra le parti (‘enforceable rights and obligations’). Di conseguenza, la società non ha ritenuto sussistenti i presupposti in forza dei quali modificare, se del caso, la rilevazione e/o la competenza dei ricavi o dei costi eventualmente correlabili alle operazioni ipotizzate nei documenti in oggetto”.

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