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Pulisic,lo statunitense che piace alle big in finale di Champions

E' il primo giocatore statunitense che disputerà la finale di Champions: chi è e quali caratteristiche rendono Pulisic speciale

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Christian Mate Pulisic è nato a Hershey, in Pennsylvania negli Stati Uniti ed è l’attaccante del Chelsea (all’occorrenza anche trequartista) che ha stabilito uno dei primati che, forse, neanche da bambino sognava di raggiungere quando ha iniziato a giocare a pallone.

Chi è Christian Pulisic

Classe 1998, il suo talento sebbene cresciuto in un contesto in cui si preferiva e si preferisce il baseball e il football al calcio si era evidenziato in tempi non sospetti, ben prima che centrasse la finale di Champions con la maglia del Chelsea. Il suo nome compariva, infatti, nella lista dei giocatori più promettenti della sua classe ovvero del 1998 nella lista stilata dall’autorevole The Guardian. E già allora pareva un risultato non da poco per un calciatore americano.

Martedì sera, però Pulisic si è regalato a quasi 23 anni un obiettivo centrale, importantissimo con la finale di Champions guadagnata dal Chelsea (è entrato a metà del secondo tempo) contro il Real Madrid in una semifinale di ritorno dall’esito quasi inaspettato, non impossibile ma sicuramente con una finale tutta inglese che ha sorpreso.

Il regalo che si è fatto Pulisic

E ha segnato per lui non solo le conferme alle premesse esposte, ma una sorta di tabù infranto per i suoi colleghi americani: per la prima volta vedremo un americano (sebbene ambitissimo anche dalle altre big europee) disputare la finalissima di una stagione complicata, indubbiamente, dalla pandemia e dal tentativo di alcuni club di svincolarsi dalla Uefa con la Super League. Gruppo di inglesi nel quale figurava anche il Chelsea, tra i primissimi però a ripensarci a poche ore da quel famigerato comunicato ufficiale.

La rivincita di Thomas Tuchel e la prima volta di Pulisic

Adesso c’è la finale da disputare e per Tuchel, reduce anch’egli da un anno calcisticamente parlando di grandi cambiamenti, si vede una sorta di rivincita anche se il tecnico dei Blues ha preferito mantenere un baso profilo davanti ai giornalisti, in conferenza stampa.

“Non è una rivincita – ha detto dopo il successo in semifinale contro il Real – sono molto grato per tutte le esperienze che sto riuscendo ad avere nel calcio e di allenare squadre come Psg e Chelsea. Questo è un club vincente, sono felice di aver raggiunto la finale qui. E’ stato un primo tempo difficile perché il Real ha giocato con tanto possesso, ma noi non abbiamo perso la fame di difendere”.

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