Quando nel 2016 il Leicester ha vinto clamorosamente la Premier League, lui era uno dei protagonisti assoluti della favola: sembrava essere la svolta della sua carriera. Invece, è stato solo l’inizio della discesa.
Per Danny Drinkwater presto (una stagione più tardi) si aprirono le porte del Chelsea: e lì, spazio ai sogni. Uno dei club più importanti d’Inghilterra, per un trasferimento da 37 milioni di sterline. Da quel momento in poi il buio: inizia bene, nonostante un piccolo problema fisico, poi finisce ai margini della rosa allenata da Antonio Conte.
Quattro anni dopo Drinkwater è ancora dei Blues, ma ha giocato in totale 23 partite, mettendo a segno un solo goal: una media aritmetica di quasi 6 partite a stagione, ma con il Chelsea non scende in campo, a tutti gli effetti, dal’agosto del 2018 (con Maurizio Sarri in panchina), gara di Community Shield contro il Manchester City persa per 0-2. Mezz’ora, subentrato a Fabregas.
Da lì in poi un lungo periodo fuori rosa, poi via con i prestiti: prima al Burnley, per sei mesi (da agosto 2019 a gennaio), quindi all’Aston Villa, per altri sei mesi. A gennaio scorso va addirittura in Turchia, al Kasimpasa: e adesso è costretto a scendere di categoria.
Nelle scorse ore il Chelsea ha ufficializzato il suo trasferimento al Reading, in Championship. E indovinate? Ancora in prestito: il quarto in quattro anni.
Non sembra proprio esserci epilogo positivo per il centrocampista classe 1990, che vedrà scadere il suo contratto nel 2022. Terminato questo, sarà libero di firmare definitivamente con chi vuole: per ora dovrà nuovamente adattarsi, ripartendo dal basso per risalire. Lui, uno dei protagonisti del leggendario Leicester di Claudio Ranieri. Senza pace.