Quando alle indiscrezioni si è sostituita l’ufficialità del comunicato con il quale il Monza ha esonerato, martedì 13 settembre, Giovanni Stroppa qualcosa alla nomina del successore si è smosso nella memoria di quanti lo avevano seguito dai suoi esordi.
Raffaele Palladino, chiamato a occupare una panchina subito importante, dopo aver chiuso solo l’altro ieri una carriera da giocatore, raccoglie una squadra inevitabilmente in crisi all’esordio nel massimo campionato e una gioia esplosiva che aveva accompagnato la promozione.
- L'esonero di Stroppa e la scelta di Palladino
- Gli esordi di Raffaele Palladino da giocatore: la Juve
- Salernitana e Livorno, esordio in Serie A
- Il ritorno alla Juventus
- La chiusura a Monza: il modello Gasperini
- Il debutto da allenatore in panchina
L’esonero di Stroppa e la scelta di Palladino
A escludere Stroppa definitivamente sembra sia stato lo stesso Silvio Berlusconi, che ha preferito affidare la prima squadra a Palladino, alla guida della Primavera, con una spregiudicatezza che in fondo gli è propria.
Secondo le prime impressioni, la soluzione interna non è stata improvvisata ma a Palladino verrà dato tempo e risorse per dare un’impronta diversa al Monza, magari ispirato dal suo maestro e mentore, Gian Piero Gasperini che lo lanciò all’epoca delle giovanili e della Primavera della Juventus.
Gli esordi di Raffaele Palladino da giocatore: la Juve
In effetti la storia calcistica di Palladino incomincia davvero a Torino, alla Juventus, dove arriva giovanissimo grazie all’intuizione degli osservatori del club che lo avevano notato nel Benevento, società nella quale era approdato dopo una militanza breve ma importante nella società del suo paese Amici di Mugnano.
Salernitana e Livorno, esordio in Serie A
Nella stagione 2004-2005 passa alla Salernitana e l’anno successivo al Livorno per farsi le ossa altrove, come un tempo si usava fare con i ragazzi del vivaio juventino. Per lui la stagione in Toscana coincide con l’esordio in Serie A che, per un classe 1984, non è stato affatto male.
Il ritorno alla Juventus
Il ritorno alla Juventus, nella stagione 2006-2007, con in panchina un certo Didier Deschamps è avvenuto in una fase delicatissima per la società, ma felice per questo attaccante dalle carateristiche quasi d’altra generazione: l’infortunio a Alex Del Piero gli offre l’opportunità di disputare l’incontro con l’Albinoleffe che lo vedrà protagonista, segnando un gol.
Con la Juve il rapporto è croce e delizia: vive stagioni complicate, soffrendo la concorrenza di titolari inamovibili come Del Piero, Iaquinta e Trezeguet.
Raffaele Palladino
La chiusura a Monza: il modello Gasperini
Alla fine viene ceduto al genoa, dove trova una dimensione familiare quasi opportuna e gioca con la maglia rossoblu fino al 2011, quando il suo cartellino viene ceduto per metà al Parma. Questa fase della sua carriera è molto frammentaria: Parma, Crotone, ancora Genoa, infine la scelta di Monza dove non gioca mai ma si ambienta bene e vede la prospettiva di un cambio.
Da calciatore a allenatore, con un occhio al Gasp che rimane il suo modello per schemi, filosofia e anche visione di gioco.
Il debutto da allenatore in panchina
Ora da tecnico neo nominato del Monza, si ritroverà come avversario il 18 settembre prossimo quella Juventus che è stato un amore antico, mai dimenticato. E che segnerà una nuova fase della sua carriera, come è stato d’altronde quando da ragazzino lasciò al Campania per scegliere di tentare la via del calcio a Torino.