Ravezzani: Ecco cos'è successo realmente con Icardi

Il giornalista e conduttore prova a fare chiarezza sull'addio all'Inter dell'attaccante con tre Tweet sulla questione

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Ravezzani: Ecco cos'è successo realmente con Icardi Fonte: Ansa

Dopo mesi di chiacchiere, polemiche a distanza, frecciatine, Tweet, armistizi di comodo e paci mancate, la telenovela Icardi sta per giungere a una sua conclusione. L’addio all‘Inter dell’ex capitano è sempre più vicino e Fabio Ravezzani sui social prova a ricostruirne gli ultimi giorni da nerazzurro, facendo chiarezza sui veri motivi del divorzio.

Il primo Tweet – Dopo aver condiviso un affondo a Marotta scritto da Matteo Caronni – “Marotta fa trasparire sempre grande sicurezza sul tema Icardi, come se fosse tutto sotto controllo, ma onestamente da fuori sembra l’esatto opposto. Anche solo 3 mesi fa venderlo a 50 sarebbe stato considerato un disastro, oggi ci sarebbe da firmare col sangue” – il giornalista e conduttore scrive il primo dei tre pensierini dedicati alla questione: “Più che averlo lasciato, mi stupisce che ci sia andato in ritiro, Icardi. Forse sperava ancora di convincere Conte. Pare chiaro che quest’ultimo lo abbia messo in condizione di non poter fare diversamente. Tutto questo, comunque, costerà molto caro all’Inter in termini economici”.

Il secondo Tweet – Quindi Ravezzani bacchetta ancora una volta la moglie di Maurito, Wanda Nara, indicandola chiaramente come responsabile principale delle bizze del marito: “Via dalla nazionale argentina, reprobo nell’Inter. L’effetto Wanda ha rovinato l’Icardi calciatore. Massimo rispetto per l’uomo e le sue scelte sentimentali. A livello professionale, però, il protagonismo della moglie lo ha devastato. E lui non ha saputo/voluto porvi limite”.

Il terzo Tweet – Infine un ultimo pensierino sul rapporto tra giocatore e allenatore, con una verità inedita: “Per quanto risulta a me, da fonte molto attendibile, è stato Conte a non volere più Icardi fin dal giorno della sua firma. La società lo ha supportato assumendosi la piena responsabilità della decisione per non farla pesare sul tecnico. Che, in realtà, è stato l’unico a decidere”.

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